La cattiva burocrazia, gigantesco ostacolo sulla ripresa del dopo-coronavirus

Venerdì 24 Aprile 2020
Caro Direttore,
la burocrazia di cui tutti dicono di volersi liberare non è eliminabile perché crea occupazione garantendo un lavoro a centinaia di migliaia di dipendenti pubblici e privati. Ogni passaggio burocratico significa un funzionario che se ne occupa. Chi ci governa non prometta di snellire procedure che sa benissimo essere intoccabili.
Luca Alfonsi
Cortina d'Ampezzo

Caro lettore,
molti autorevoli studi hanno dimostrati che il primo e principale obiettivo della burocrazia è giustificare se stessa e la propria esistenza. L'emanazione di norme e procedure capziose e non raramente cervellotiche, serve proprio a questo: non a garantire maggiore funzionalità a un'organizzazione, ma a rendere indispensabile ciò che indispensabile non è. Cioè chi queste regole ha generato e ha il compito di gestirle. Per questa ragione, prima ancora di essere un intralcio alla vita delle persone e un freno alla creatività e all'innovazione, la burocrazia e' un costo enorme. Nel pubblico ma anche nel privato. L'ex amministratore delegato della Fiat ricordava che «dalla mia esperienza personale ho visto che i vincoli burocratici alla fine proteggono aziende inefficienti, aziende che non hanno prospettive di sviluppo e che nella maggior parte dei casi scaricano i costi sui clienti». Una citazione di straordinaria attualità. Perché la burocrazia è da sempre un fardello pesante che grava sulla nostra vita e sulle nostre attività. Ma mai come in questo momento rischia di essere un peso insopportabile se non mortale per il nostro presente e il nostro futuro. Un ostacolo invalicabile per la ricostruzione del dopo-virus. La nostra organizzazione sociale e il nostro modo di vivere e lavorare sono inevitabilmente destinati a cambiare. Non è un'opzione, è una necessità. Ma se consentiremo alla burocrazia di sopraffarci, di determinare tempi e modalità della ripresa, non ne usciremo o ne usciremo male e troppo tardi. Il filosofo Max Weber scriveva che tra le strutture sociali la burocrazia è la più difficile da abbattere. Aveva certamente ragione. Ma se c'è un momento della nostra storia recente in cui dovremmo impegnarci per abbattere la cattiva burocrazia e' proprio questo. Molti cambiamenti ci attendono. E anche qualche piccola rivoluzione. Una delle più importanti e decisive è proprio questa: la rivoluzione della burocrazia. Speriamo che anche la classe politica ne sia o ne diventi consapevole.
Ultimo aggiornamento: 14:27 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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