Il virus cinese ci ha già colpito: rendendoci insicuri e ricordandoci quanto siamo ancora vulnerabili

Sabato 1 Febbraio 2020
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Egregio direttore,
Niente di nuovo sul fronte occidentale è il romanzo di Erich Maria Remarque che più mi viene in mente, leggendo le dichiarazioni fatte dai nostri governanti, in questi ultimi giorni, sulla nota vicenda del Coronavirus. Tutto sotto controllo e niente panico sono le classiche frasi dei politici di turno che, evidentemente, sottovalutano l'intelligenza degli italiani. Quello che sta accadendo, infatti, non è ancora chiaro e gli sviluppi futuri di questa nuova minaccia risulta, al momento, sconosciuta e di difficile interpretazione anche a scienziati e virologi. C'è solo da sperare che questa nuova minaccia per l'umanità si riveli meno aggressiva e letale di altri virus del passato che hanno visto coinvolti milioni di persone. Sicuramente l'unica cosa che non ci serve, al momento, è la sottovalutazione o, peggio, le falsità e le manipolazioni dei dati reali, in gran parte del tutto sconosciuti.


Vittorio De Marchi 
Albignasego (Pd)


Caro lettore,
come sempre bisogna mettere in fila i fatti e valutarli a mente fredda. Sappiamo che per 10 almeno giorni la Cina ha ignorato o nascosto ciò che stava accadendo. Ha negato ci fosse un'emergenza sanitaria, giungendo persino ad arrestare chi osava parlarne. E questo accadeva mentre già gli scienziati erano a conoscenza del nuovo virus. Si è perso tempo prezioso e non sappiamo con esattezza cosa sia accaduto nel frattempo. La stessa Organizzazione mondiale della sanità ha ammesso di aver sottovalutato, nella prima fase, il problema. Che ora è invece esploso. Con quali conseguenze, anche a causa di quel buco iniziale, ancora non possiamo saperlo nè prevederlo con precisione. Non per questo dobbiamo farci prendere dal panico o fare incetta di mascherine (che servono solo a chi è già infetto, non agli altri) o considerare una possibile minaccia ogni persona dai tratti somatici orientali. Ma sappiamo che siamo di fronte a una minaccia che cinquieta, perchè non ne conosciamo ancora gli esatti contorni e tutti gli effetti possibili. Non siamo indifesi e abbiamo tutti gli strumenti per combattere il virus, ci mancano però ancora gli elementi necessari per considerarci al sicuro. Per questo ragioni a poco servono gli appelli generici. Sono poco credibili e spesso persino controproducenti. A chi è responsabile della nostra salute è richiesta chiarezza, severità, rigore. E una consapevolezza: questo virus ci ha fatto precipitare in una condizione di insicurezza collettiva e ha incrinato tante certezze. Ricordandoci quanto siamo ancora vulnerabili. Sarà utile tenerne conto.
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