L'errore di Giuseppe Conte? Aver sottovalutato Grillo e sopravvalutato il valore dei sondaggi

Giovedì 1 Luglio 2021

Caro direttore,
tutti sanno che sul povero Conte si è abbattuto un ciclone di immani proporzioni del nome di Beppe Grillo. Difficilmente, noi crediamo, l'ex Premier riuscirà a contenere il devastante urto, e soprattutto ad uscirne politicamente ancora vivo, dato che, in questo frangente gli mancano tre indispensabili elementi: quella carica ufficiale che non ha mai posseduto, una truppa elettorale sicura che lo possa sorreggere, ed infine un cospicuo supporto economico. E allora vien da domandarsi quale possa essere stata la vera ragione del disinvolto e superiore atteggiamento di sfida che ha apertamente adottato. Qui le risposte, pensiamo, non possono essere che due:o l'Uomo si è lasciato prendere la mano dalla sbornia di potere che lo ha del tutto stordito nel tempo dell'incarico presidenziale, ovvero gli fanno difetto un tantino di accortezza e necessaria prudenza, per essersi lanciato a cuor leggero contro uno tsunami di proporzioni imprevedibili quanto distruttive, del calibro di Beppe Grillo. Ed ora, ora che si è irrimediabilmente bruciato le zampette, forse non gli rimane altro che meditare sui naufragi già occorsi a tali Angelino Alfano e Mario Monti.


Giuseppe Sarti


Caro lettore, la deflagrante crisi del Movimento 5Stelle, con i suoi colpi di scena e i suoi colpi di mano, ha riacceso l'interesse verso la politica di chi si rivolge a questa rubrica.

In molti in questi giorni scrivete per commentare le contorte vicende pentastellate e interrogarsi sui destini dei suoi protagonisti. In particolare su quelli di Giuseppe Conte, l'avvocato prima del popolo e poi dell'alleanza giallo-rossa, che rischia di pagare il prezzo più alto alla faida scatenatasi dentro il mondo 5stelle e, forse, di dover concludere anzitempo e tristemente la sua gloriosa ma breve carriera politica. Lei si chiede dove ha sbagliato l'ex premier? Credo che abbia commesso, innanzitutto, un errore comune a tanti politici anche più navigati di lui: ha sopravvalutato il valore dei sondaggi. O meglio: ha sottovalutato la fluidità dell'opinione pubblica rispetto alla politica. I cittadini cambiano idea molto più rapidamente di quanto accadeva un tempo. Oggi votano un partito, domani un altro. Il senso di appartenenza si è molto affievolito, fino a quasi scomparire, in larghi settori della società. Lo stesso vale per gli uomini politici. Come premier durante la pandemia Conte aveva ottenuto un livello di consenso personale molto elevato. Questo gli aveva fatto ritenere di essere già un leader. Poi però è uscito malamente da Palazzo Chigi, finendo in un cono d'ombra e scomparendo da giornali e tv. E come se non bastasse si è fatto trascinare nelle incomprensibili e logoranti diatribe sulla piattaforma Rousseau. Com'era inevitabile la sua immagine si è rapidamente appannata, ha perso efficacia, fuori e dentro il mondo pentastellato. Lo scaltro Grillo, ansioso di riprendersi la sua creatura politica, lo ha capito e lo ha colpito. Vedremo se ora Conte riuscirà risollevarsi.

Ultimo aggiornamento: 19:51 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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