Va bene Greta ma per salvare il nostro pianeta servono intelligenza e conoscenza, non miti

Venerdì 27 Settembre 2019
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Gentile direttore, 
in onore al verbo di Greta Thunberg, il nostro ministro dell'Istruzione Lorenzo Fioramonti ha invitato i presidi delle scuole italiane a non considerare l'assenza degli studenti che parteciperanno alla manifestazioni indette in occasione dello sciopero globale per il clima. A me pare una demagogica iniziativa, una concessione all'ultima moda del nostro tempo.


Luigi Tonon
Padova


Caro lettore, 
non vorrei attirarmi qualche antipatia di troppo, ma l'acritica adesione a tutto ciò che dice o fa Greta Thunberg sul clima e sul destino del pianeta non mi convince né mi piace. Le apocalittiche orazioni di Greta vanno ascoltate, ma è sbagliato trasformarle in certezze assolute e far assurgere queste teorie iper-ambientaliste a una sorta di nuova religione. Anche perchè non tutto ciò che declama la ragazza svedese è provato o condiviso dalla comunità scientifica internazionale. Greta ha il merito di aver risvegliato le coscienze sui limiti del nostro modello di sviluppo e sui correttivi che vanno introdotti. Ma la visione catastrofista che emana dalle sue parole e dai suoi interventi non è un distillato di verità scolpite nella pietra a cui inchinarsi passivamente. La critica al mondo contemporaneo di Greta richiama posizioni ultra-ecologiste già note e sottovaluta che, accanto ai danni che ha certamente provocato, il deprecato progresso scientifico e tecnico contro cui lei lancia i suoi anatemi, ha consentito a miliardi di persone di vivere molto meglio di un tempo. Ha allungato per esempio la vita media di tante persone; ha consentito a tanti altri uomini e donne di costruirsi un futuro diverso da quello a cui sono stati condannate le generazioni precedenti; ha dato la possibilità a miliardi di diseredati di uscire dal dramma della fame, perchè se è vero che oggi ci sono ancora 821 milioni di persone che soffrono la mancanza di cibo, vent'anni fa erano più del doppio. Sarebbe interessante e utile se nelle nostre scuola, invece di agevolare acriticamente la partecipazioni degli studenti a qualche corteo, si discutesse anche di questo. Senza retorica e derive ideologiche. Perchè per migliorare e salvare il nostro pianeta, non abbiamo bisogno di miti e di nuove religioni, ma di intelligenza e conoscenza. E il primo a saperlo dovrebbe essere chi è investito del compito di gestire la scuola italiana.
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