Anche il centrodestra ha bisogno di cambiare e di mettere in discussione le proprie certezze

Domenica 21 Giugno 2020
1
Egregio direttore,
come commenta la posizione politica del centrodestra con eccezione Berlusconi: il centrodestra ha sempre dichiarato che le crisi, le politiche i problemi generali si dibattono in parlamento pertanto - pur essendo convocati- non hanno accolto l’invito del premier Conte a partecipare agli Stati Generali con la scusante che è il Parlamento la sede naturale e non la villa. Invitati allora in Parlamento i due gruppi di Lega e Fratelli d’Italia al momento del dibattito hanno lasciato l’aula parlamentare. Conclusione: probabilmente al di là degli annunci e slogan non sanno cosa proporre se hanno abbandonato la sede parlamentare da loro invocata trincerandosi su affermazioni di principio e non su proposte reali. Al posto del Mes per risolvere i problemi della Sanità auspicano un intervento nazionale pur sapendo che l’Italia chiede aiuto finanziario all’Europa e non tengono conto che anche una emissione di buoni del tesoro dovrebbero registrare il consenso dei cittadini che dubito siano pronti a sottoscriverli tenendo presente la posizione debitoria dello stato italiano a rischio patrimoniale. Concludendo meno annunci propagandistici, più proposte concrete che debbono tenere presente la posizione dell’Italia che fa parte dell’Europa.
 
M.G.
Cittadella

Cara lettrice,
alla luce dei risultati, sono ancora più convinto che gli Stati generali non lasceranno grandi tracce nella storia italiana e, purtroppo, neppure nella cronaca politica dei prossimi mesi. La scelta dei partiti di centro destra di non prendervi parte mi è parsa abbastanza logica: il premier aveva impostato questo appuntamento come un palcoscenico soprattutto per se stesso, tanto è vero che anche il Pd non ha risparmiato critiche alle modalità con cui gli Stati generali erano stati pensati e convocati. «Servono proposte concrete non passerelle» era stato il pressante invito che dai vertici del Pd era arrivato a Palazzo Chigi che, infatti, aveva cercato di correggere la rotta, rinviando anche di qualche giorno l’inizio degli Stati generali. Che in questo clima Lega, Fdi e Forza Italia abbiano preferito chiamarsi fuori dalla convention di Villa Pamphilj, non mi è sembrato affatto strano. Ma non attribuisco grande significato a questa “rinuncia”: siamo in fondo nel campo della tattica politica. La strategia, la costruzione di un progetto di governo comune e alternativo a quello attuale, è altra cosa. E su questo fronte anche il centrodestra deve fare i conti con un mondo nuovo, quello del post emergenza virus, che impone alle forze politiche approcci diverse, ricette innovative, probabilmente anche nuove leadership.

Lega, Fdi e Fi contano, secondo i sondaggi, su un importante bagaglio di consensi, ma la loro proposta di governo appare ancora assai indeterminata sia sul piano dei contenuti, sia su quello degli uomini che dovrebbero concretizzarli. Gli stessi equilibri politici dentro il centrodestra si stanno modificando con una costante crescita del partito di Giorgia Meloni e un calo costante della Lega. E anche questo non è un fattore da sottovalutare. Perché mette in discussione alcune certezze. Una su tutte: l’indiscussa leadership della coalizione da parte di Salvini. Forse il centrodestra avrebbe bisogno di fare dei suoi, veri Stati generali. Magari chiamandoli in un altro modo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci