L'efficacia di un'inchiesta si valuta con l'esito del processo. L'importante è che gli aguzzini degli anziani paghino caro

Giovedì 16 Marzo 2023

Egregio Direttore,
la terribile vicenda degli abusi sugli ospiti della RSA di San Donà mi ha fatto riflettere su un tema generale su cui sarei lieto di sapere la sua opinione. Il Gazzettino riporta con dovizia le moltissime prove, video e audio, a carico degli arrestati, raccolte nell'arco di mesi. Ora, certamente il materiale probatorio raccolto "blinda" l'indagine ma ciò significa che per mesi dei poveretti sono stati sottoposti a vessazioni di cui si era a conoscenza. Un caso paradigmatico: l'operatore arrestato già in precedenza perché abusava delle pazienti (!). Il suo giornale precisa che le telecamere hanno ripreso per tre giorni le sue "imprese". Mi chiedo: ma un operatore che violenta una paziente non lo posso arrestare (e buttare via la chiave...) alla prima volta? Devo aspettare che lo faccia ad altre per tre giorni per incriminarlo? Insomma, esiste un conflitto oggettivo tra la necessità di provare l'effettuazione di un misfatto e quella di prevenire che il misfatto stesso avvenga. Ma lei pensa che ci sia una ratio per trovare un equilibrio tra queste due, entrambe sacrosante, esigenze? Io, sinceramente, ho qualche dubbio che questo sia avvenuto nella RSA di San Donà.


Lorenzo Colovini


Caro lettore,
non dispongo degli elementi necessari per esprimere un giudizio sull'indagine sugli abusi ai danni di diversi anziani che sarebbero stati compiuti nella RSA di San Donà.

E credo che comunque non lo farei. Ho troppo rispetto per il difficile lavoro di chi deve condurre inchieste e raccogliere prove, soprattutto su vicende insieme orribili e delicate come questa. L'efficacia di un'inchiesta la si giudica comunque soprattutto dall'esito del processo: se cioè gli elementi raccolti dagli inquirenti vengono giudicati dal tribunale validi e sufficienti per esprimere un giudizio di condanna e colpevolezza degli autori dei reati contestati. E questo mi pare l'aspetto più importante soprattutto di fronte ai terribili e disumani comportamenti emersi in questa inchiesta. Spesso su vicende come questa cala una cortina di omertà e di tacita connivenza interna che rende difficile far emergere chiare e precise responsabilità. In questo caso mi pare che gli inquirenti siano riusciti a farlo, nonostante le molte difficoltà e gli ostacoli incontrati. Gliene va dato atto. Ora la cosa più importante credo sia che gli autori di queste vessazioni e violenze inaudite nei confronti di anziani inermi siano messi in condizione di non nuocere più. Che vengano condannati con la severità che le atrocità commesse meritano. E che non tornino fra poco tempo in libertà, liberi anche di ripetere i reati già compiuti. Come purtroppo è successo per uno degli indagati in questa inchiesta.

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