Perché tanto clamore per la storia di Carola e il silenzio intorno a quella dell'italiana Francesca?

Giovedì 4 Luglio 2019
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Egregio direttore,
come volevasi dimostrare Carola è libera! La Gip di Agrigento non convalida l'arresto: non è reato salvare vite umane. Salvini si è lanciato in una reazione degna di migliore causa. Ma tutto fa brodo per il ministro che ora si scaglia contro la magistratura rea di non avere tenuto in nessun conto la sua indignazione e di aver liberato la capitana. Lui che ha difeso Siri dicendo che non si è colpevoli fino a sentenza definitiva, lui che è garantista con chi gli pare soprattutto con gli amici, definisce criminale una donna che è appena stata dichiarata innocente e liberata. Ma il Salvin furioso spara le sue invettive contro la magistratura rea di non avere abbastanza amor patrio. Lui che ha versato lacrime di coccodrillo a lungo per i cinque finanzieri che avrebbero potuto morire, ma che sono (fortunatamente) vivi e vegeti e che non sono mai stati in pericolo dato che lo speronamento non c'è stato.


Mariagrazia Gazzato
Venezia


Cara lettrice,
su Salvini e sulle decisioni della magistratura ciascuno è libero di pensarla come crede. Ma oltre alle opinioni, contano i fatti. Questi, per esempio. C'è una ragazza italiana di 31 anni, Francesca Peirotti che l'8 novembre 2016 Francesca è stata arrestata dalla polizia francese, a Mentone, ed è rimasta in carcere alcuni giorni. Cosa aveva fatto? Aveva trasportato in territorio francese su un furgone da lei guidato un gruppo di migranti, tra cui un neonato, provenienti dal Ciad e dall'Eritrea e già respinti dalla Francia a Ventimiglia. Il tribunale di Aix-en-Provence, racconta ieri La Repubblica nella sua edizione torinese, l'ha recentemente condannata a 8 mesi di carcere e 5 anni di interdizione dalla regione delle Alpi Marittime per «favoreggiamento dell'immigrazione clandestina in territorio francese». Oggi è libera per la sospensione della pena ed è in attesa della Cassazione. Domanda: aldilà della geografia, cosa rende diversa la storia di Francesca da quella di Carola? Praticamente nulla. Giusto o sbagliato che sia, Francesca la pensa e ha agito come Carola: «La solidarietà non può essere un reato, sono pronta a rifare ciò che ho fatto». Cioè anche a violare le leggi e i confini di un altro Paese. Ma mentre la tedesca Rackete è diventata un simbolo e il suo arresto ha scatenato proteste di ogni tipo, in pochi si sono mobilitati per l'italiana Pierotti. Nessuno si è indignato. Non si sono visti titoloni sui giornali e nei Tg. Nemmeno un deputato si è fatto fotografare con lei. E, soprattutto, nessuno nè in Italia nè altrove, ha puntato il dito contro il presidente francese Macron o il suo ministro degli Interni, accusandoli di crimini contro l'umanità e di molto altro. Come mai? La risposta credo la conosciamo tutti. Basta sfogliare il vocabolario e fermarsi alla lettera I. Come Ipocrisia.
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