La solidarietà del cardinal Krajewski agli abusivi: un gesto umanitario con troppi segnali sbagliati

Martedì 14 Maggio 2019
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Caro Direttore,
volevo esprimere i miei dubbi e sentire la sua opinione per quanto riguarda il comportamento dell'elemosiniere dl papa che, in barba a tutte le leggi ha tolto personalmente i sigilli da luce e acqua, posti dalle aziende preposte ai condomini abusivi di uno stabile di Roma, per morosità. E non di spiccioli si tratta ma di ben 300 mila euro! Sono cattolica e praticante e sono rimasta allibita, sconcertata e sfiduciata dal comportamento di questo rappresentante della chiesa! Perché essendo l'incaricato diretto del papa ha agito a nome e per conto suo (del papa) ma anche di tutta la chiesa e finora non è stato fatto oggetto di nessun richiamo. Quindi... Mi chiedo: Ma dove siamo arrivati! Un alto prelato che avvalla pubblicamente il comportamento disonesto e truffaldino di persone che per quanto indigenti vivono in modo illegale? Adesso la chiesa si schiera con i disonesti e gli aiuta a rimanere tali? E che fine hanno fatto la coscienza e il rispetto delle leggi siano esse religiose o civili, tanto declamate dal pulpito? (Pena per chi le infrange il peccato mortale!) E ora con che faccia predicheranno dal pulpito i nostri preti di campagna? Non poteva il caro elemosiniere saldare il debito arretrato, così almeno si dava al mondo una parvenza di legalità e un minimo di correttezza? Spero tanto che i sacerdoti onesti facciano sentire la loro voce e di dissocino pubblicamente dal comportamento del caro elemosiniere.


Silvana Cecchinato

Cara lettrice,
il cardinal Konrad Krajewski, scelto dal Papa come suo elemosiniere del Papa, è un prelato molto vicino al mondo dei diseredati: si occupa personalmente di distribuire viveri e coperte per le strade di Roma a chi ne ha bisogno ed è di altre attività a favore dei cosiddetti barboni. Per tutto questo merita il nostro rispetto e la nostra considerazione. Ma come avremmo reagito se il fiduciario del premier francese o austriaco o svizzero, in nome delle sue convinzioni, avesse riattivato la corrente elettrica di un palazzo illegalmente occupato in una città italiana? Ovviamente sarebbe esploso un caso diplomatico: avremmo gridato (giustamente) all'ingerenza e reclamato il rispetto delle nostre leggi. Al netto delle appartenenze religiose, ciò che è accaduto è esattamente questo: un influente cittadino, vicinissimo al capo del governo di una nazione confinante, lo Stato Vaticano, è entrato nel nostro Paese e ha commesso un atto che è contrario alle nostre leggi. Questo cittadino straniero ha giustificato il suo comportamento con l'esigenza di far fronte a un'emergenza umanitaria e se ne è assunto la piena responsabilità. Bene. Ma il cardinal Konrad dovrebbe sapere che se la solidarietà è un valore, lo è anche il rispetto delle leggi. E dovrebbe avere anche consapevolezza del fatto che un gesto come il suo rischia di legittimare comportamenti illeciti e illegali: in fondo se un Cardinale, con l'autorità morale che gli deriva, giustifica il mancato versamento di anni di bollette, perché altri dovrebbero continuare a pagarle? Un messaggio pericoloso. Anche perché lo stesso risultato, ossia ripristinare l'energia elettrica in quello stabile, monsignor Krajewski lo avrebbe potuto raggiungere in un modo più semplice e non meno clamoroso: pagando per conto degli inquilini abusivi del palazzo i 300 mila euro di bollette arretrate.
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