Troppi privilegi e poco chiarezza nella campagna vaccinale. La giusta protesta di una commessa

Venerdì 26 Marzo 2021

Buongiorno direttore,
sono molto delusa e arrabbiata, sono stati vaccinati tanti docenti e il personale universitario tutto, che attualmente non lavora in presenza. È vergognoso, dico io. Perché allora non siamo stati vaccinati anche noi dipendenti dei supermercati? Io ho avuto diversi colleghi positivi e lavoro da un anno con la paura di ammalarmi.

Alessia C.


Cara lettrice,
credo che abbia ragione ad essere arrabbiata.

Oltre ai sieri, in questa campagna vaccinale è spesso mancata la necessaria trasparenza e chiarezza. Mi spiego: è evidente che per immunizzare tutti dal Covid, somministrando le due dosi previste di vaccino, servono alcuni mesi: tre-quattro se tutto funziona al meglio, di più se qualcosa non va. Inevitabile dunque che qualcuno verrà vaccinato prima e qualcuno dopo. Proprio per questa ragione sarebbe stato necessario che a livello nazionale si definissero dei criteri di priorità obbligatori, chiari e uguali per tutti. Si stabilisse cioè chi andava vaccinato per primo e con quale criterio e chi dopo. Qualcuno si sarebbe comunque lamentato per non essere tra i primi a ricevere il siero, ma almeno le regole erano trasparenti, senza differenza alcuna da Bolzano fino a Palermo. Per esempio: si poteva stabilire che, dopo aver vaccinato il personale sanitario e quello della case di riposo, si procedeva esclusivamente per fasce di età e per patologie mediche. Cioè per livello di rischio: prima gli over 80, poi gli over 70 e via vaccinando. Senza privilegi e corsie preferenziali per nessuna categoria professionale. Invece cos'è successo? Che ciascuno è andato per la propria strada, generando confusione su confusione. Un po' ovunque si sono vaccinati docenti che in aula neppure ci vanno e magistrati che in prevalenza lavorano da casa. In alcune regioni si sono vaccinati gli 80enni partendo dai più giovani cioè dai nati nel 1941 (come peraltro prevedono i protocolli sanitari) mentre in altre si è invece partiti dai più vecchi. In altri territori si è ritenuto opportuno agevolare categorie professionali considerate più influenti: per esempio gli avvocati in Toscana o i giornalisti in Sicilia. In qualche caso l'han fatta semplicemente da padrone la sciatteria e la furbizia: sempre in Toscana, per esempio, nella lista per la vaccinazione dei dipendenti scolastici nella scheda in cui andava indicato il proprio ruolo professionale, è stata inserita anche la casella altro, in cui naturalmente si sono infilati a centinaia parenti e amici, maestri di tennis e fidanzate. In tutto questo caos, categorie numerose ma politicamente più deboli come la sua, quella delle commesse, che pure ogni giorno sono a contatto con centinaia di persone, è rimasta invece esclusa. E giustamente, vedendo quello che accade, si arrabbia.

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