Caro direttore,
Fiorenzo Barattin
Oderzo (Tv)
Caro lettore,
la sua osservazione coglie nel segno. Infatti, secondo quanto riferisce la stampa di Bruxelles, una parte rilevante dei contanti trovati dalla polizia a casa dell'ex eurodeputato Antonio Panzeri e in quella dell'ex vice presidente del Parlamento europeo Eva Kaili, oltre che nelle borse che aveva il padre dell'esponente politica ellenica, sono stati emessi proprio in Belgio. Quest'aspetto potrebbe consentire alla Procura progressi importanti nelle indagini. Conoscendo il luogo di emissione delle banconote, si dovrebbe infatti individuare con una certa rapidità la banca in cui sono state prelevate le mazzette, e quindi il conto corrente e l'identità della persona che ha effettuato il prelievo. Tasselli importanti per ricostruire l'origine delle tangenti e comprendere anche chi ha organizzato e gestito questo giro di corruzione. Certamente l'entità delle cifre già finora scoperte ( 1,5 milioni di euro in banconote), il livello di alcuni dei soggetti coinvolti (prima fra tutte la numero due del Parlamento europeo), la ramificazione della corruzione con il coinvolgimento di assistenti parlamentari e di diversi deputati tutti della stessa area politica, trasmettono la sensazione che non siamo di fronte a dilettanti nè a un gruppo di lestofanti che ha approfittato dei Campionati del mondo di calcio e delle preoccupazioni del paese ospitante, per lucrare un po' di soldi facili. Ma di un meccanismo rodato, capace di muovere somme di denaro importanti e forte di solidi contatti ai veri livelli nell'Europarlamento. Insomma un vero e proprio sistema. A delinquere.
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