Vietare la circoncisione, l'Islanda ci ha provato ma ha rinunciato per evitare discriminazioni religiose

Martedì 26 Marzo 2019
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Egregio direttore, 
come è possibile che bambini senza alcuna difesa debbano subire la violenza della circoncisione per motivi religiosi o altro? 
Se lo vorranno fare, una volta maggiorenni, lo decideranno da soli ma non prima e nemmeno il servizio sanitario nazionale lo potrà fare se non vorranno essere accusati di favoreggiamento del reato relativo. Quando entrano in Italia che firmino tutti il rispetto delle nostre leggi. 
Non voglio sentirmi complice e corresponsabile di tanto dolore immotivato se non sarà lui da solo a volerlo. Altro che togliere i Crocifissi dalle aule per non offendere le altre religioni.

Aldo Pasetti 
Venezia

Caro lettore, 
la recente morte del bimbo di origini ghanesi di 5 mesi a Reggio Emilia operato dai genitori ripropone una questione drammatica, ma anche complessa dal punto di vista etico e religioso. In Italia la circoncisione rituale maschile, al contrario di quella femminile, è ammessa dalle leggi nell'ambito della libertà di culto per la religione ebraica e, di conseguenza, anche per chi professa la religione islamica o altri credi che prevedono questa pratica. Non solo: quando la circoncisione avviene non per ragioni terapeutiche, ma per motivi appunto religiosi, non è neppure obbligatorio il ricorso a un medico. Questo però, come si è visto, espone a rischi enormi i bambini. Perché se nell'ambito di alcune comunità a effettuare la circoncisione sono di solito ministri del culto preparati e competenti, in altre situazioni queste garanzie mancano totalmente, con le orribili conseguenze che ben sappiamo. Quindi sarebbe perlomeno necessario che venisse sancito l'obbligo del ricorso al medico per effettuare l'intervento. Ma il tema non si esaurisce qui. Non è un caso che in Islanda si sia recentemente sviluppato un ampio dibattito sulla proposta di proibire la circoncisione sia femminile sia maschile. Il paese scandinavo sarebbe stato il primo pause europeo ad approvare una legge di questo tipo. Alla fine una commissione appositamente creata ha deciso di rinunciare perché il no alla circoncisione avrebbe potuto apparire come una forma di discriminazione religiosa nei confronti in particolare di ebrei e musulmani. Preoccupazione legittima. Ma è anche legittimo porsi il problema che tragedie come quella di Reggio Emilia non si verifichino più.
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