I nodi del governo stanno venendo al pettine: difficile sciogliere questioni come Tav e autonomia

Domenica 24 Febbraio 2019
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Egregio Direttore,
un autorevole uomo politico e statista diceva che pensar male è peccato ma qualche volta ci si azzecca. Detto ciò non voglio assolutamente pensare che Matteo Salvini abbia barattato il non processo per la vicenda della Diciotti con il blocco della TAV, ma la campagna elettorale in corso si presta come una occasione ghiotta per indirizzare su quel binario l'opinione pubblica. Sembra anche che ci siano dei freni all'autonomia oltre che il caso delle nomine di stato tipo INPS. Voce ricorrente è che al posto della realizzazione della grande opera che è la TAV con pretestuosa indagine benefici e costi dichiarata inutile, si potrebbero fare degli investimenti per varie opere sparse al Sud, dove c'è effettivamente bisogno di infrastrutture. Ma perché non pensare che le opere al Sud si potrebbero benissimo fare con investimenti concreti vale a dire con quanto previsto per il reddito di cittadinanza? È stato fatto il conteggio benefici costi del reddito di cittadinanza? La gente necessita di investimenti produttivi e strutturali che creino posti di lavoro e dignità dei cittadini e non investimenti assistenziali.
Celeste Balcon

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Caro lettore,
se ci sia stato un vero e proprio scambio tra Salvini e Di Maio non lo so. Ma non mi pare che questo aspetto sia particolarmente significativo. Baratto o meno, la mozione sulla Tav, che ciascuna delle due forze politiche al governo interpreta in modo esattamente opposto, è lo specchio di un'alleanza che su troppe questioni è divisa e alla ricerca improbabili compromessi. Non riuscendo a trovarli, si rifugia nella pratica del rinvio che, soprattutto in vista di scadenze elettorali, fa sempre comodo a molti. Salvini, non so con quanta reale convinzione, continua a ripetere che il governo concluderà la legislatura. Ma la sensazione è che il governo abbia il fiato corto. I nodi da sciogliere, dalla Tav all'autonomia, sono ormai numerosi ed è difficile capire come potranno essere risolti date le posizioni antitetiche dei due alleati. Ciascuno dei quali, tra l'altro, deve fare i conti con tensioni interne. Quelle dentro M5S sono evidenti e di pubblico dominio. Investono lo stesso Di Maio, spiegano il ritrovato attivismo di Grillo e vedono ampliarsi le distanze tra le diverse ali del movimento. La Lega è un partito monolitico e la leadership di Salvini non è minimamente in discussione, ma è evidente che nelle sue aree forti, la Lombardia e il Veneto, il partito vive con crescente disagio le incertezze del governo sulla Tav e sull'autonomia. In un clima del genere non è strano che le agenzia Usa di rating prevedano elezioni nella seconda parte dell'anno. Forse, come è successo molte altre volte, le loro previsioni saranno smentite dai fatti. Ma sopratutto di fronte al peggiorare della congiuntura economica, è davvero difficile capire come l'attuale alleanza di governo possa reggere a lungo.
Ultimo aggiornamento: 12:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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