Il Buon Natale e la bislacca idea che per includere bisogna arretrare e rinunciare alle proprie tradizioni

Venerdì 3 Dicembre 2021
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Caro direttore,
al mattino appena sveglia per abitudine consolidata accendo la tv che mi tiene aggiornata col telegiornale delle varie emittenti. Seguo con attenzione le varie leggi emanate dal nostro governo e dall'Unione Europea. In linea di massima mi sono abbastanza indifferenti, penso siano varate per il bene della comunità. Una proposta di legge del Consiglio Europeo mi ha lasciata basita e mi sono chiesta che genere di persone siedano dentro la Commissione europea. Hanno proposto una legge la quale imponeva venisse bandito l'augurio Buon Natale e che si adotti Buone Feste per tutta la comunità Europea. Ameno ci lascino pensare e parlare come ci sentiamo. Il Natale per i cristiani è sacro. Abbiamo vissuto la nostra infanzia e l'adolescenza con poco cibo e al freddo d'inverno ma con una magica notte che ci faceva sognare la nascita di Gesù che ad ogni 25 dicembre si rinnovava.
Lasciateci augurare a gran voce Buon Natale e credo sia un augurio che fa bene al cuore.

Franca Tombola
Campo San Martino (Padova)


Cara lettrice,
se ancora tanti cittadini sono così diffidenti nei confronti dell'Europa, una ragione c'è.

E va innanzitutto ricercata nella tendenza dei palazzi del potere comunitario a voler intervenire su materie sulle quali sarebbe invece opportuno rispettare con estrema attenzione le sensibilità nazionali e territoriali. Per fortuna nella stessa Commissione europea qualcuno questa volta si è accorto dell'assurdità di ciò che si stava accadendo e la disposizione natalizia è stata sospesa. La commissaria che ha proposto di abolire l'augurio Buon Natale per sostituirlo con un più impersonale e politicamente corretto Buone Feste, ha spiegato che il suo intento era quello di «dimostrare la natura inclusiva dell'Europa nei confronti di tutti i percorsi di vita e i credi religiosi». Ora, a parte il fatto che l'Europa e la Commissione dovrebbero mostrare questo stesso affatto inclusivo e solidaristico anche quando si parla di migranti che sbarcano sulle coste del Mediterraneo, non si capisce perché l'inclusione si debba sempre raggiungere per sottrazione. Cioè imponendo ai cittadini europei di abdicare alle proprie tradizioni e identità culturali. Questa non e' inclusione, questa si chiama rinuncia. E a una commissaria che fa proposte di questo genere andrebbe suggerito o imposto di occuparsi d'altro. Anche di nulla, magari.

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