Le incredibili evoluzioni di Di Maio su Atlantia e il salvataggio di Alitalia

Mercoledì 17 Luglio 2019
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Egregio direttore, 
si sa che la coerenza è una virtù molto apprezzata, però credo lo nella realtà sia praticata da pochi. Infatti visto e considerato che la società Atlantia controllata dal gruppo Benetton parteciperà anch'essa con una quota al rilancio dell'Alitalia, mi sembra logico aspettarsi con tutto quello che i Ministri Toninelli e Di Maio hanno detto dopo il crollo ponte Morandi a Genova, un cenno di coerenza sotto forma di dimissioni. Ma forse fa comodo avere una società che partecipa ad un salvataggio di Stato. E gli strali lanciati non tanto tempo finiscono cavalleria. Cosa ne pensa? 


Romano R.
Padova


Caro lettore, 
in politica le dimissioni si minacciano, ma raramente si danno. Quindi chiederle è fiato sprecato. Ma certo sarebbe interessante se l'onorevole Di Maio, che tra le altre cose è anche il Ministro dello Sviluppo economico, chiarisse meglio agli italiani il suo autorevole pensiero su Alitalia e sui suoi nuovo soci, anche perchè i (falliti) tentativi di salvataggio della compagnia di bandiera sono già costati al contribuente parecchi miliardi di euro. Cosa dobbiamo dunque attenderci dal nuovo piano di rilancio che vedrà come protagonisti, accanto alle Ferrovie dello Stato, anche la compagnia americana Delta Airlines e soprattutto Atlantia, la holding delle infrastrutture del gruppo Benetton? Non è una domanda oziosa. Di Maio un paio di settimane fa aveva infatti definito Atlantia una società «decotta» e qualche giorno prima, in televisione a Porta a Porta, si era spinto a spiegare che se «Atlantia fosse entrata in Alitalia avrebbe fatto precipitare anche Alitalia». Con un certo sprezzo del pericolo, il vice premier era andato anche oltre, prevedendo che con Atlantia sarebbero precipitati non solo i conti, ma persino «gli aerei di Alitalia». Insomma una bocciatura senza tema di smentite. Evidentemente, negli ultimi giorni deve essere successo qualcosa di importante, che a noi ( ma non solo anoi) è però sfuggito. E che Di Maio dovrebbe spiegare. Perchè se Atlantia è davvero un'azienda in caduta libera e senza futuro come ha ripetuto Di Maio, non è chiaro come possa contribuire a rilanciare Alitalia e non si capisce neppure perchè le Fs (controllate dallo Stato e quindi dal governo) e gli americani di Delta abbiano insistito per coinvolgerla come azionista. Se invece, come crediamo, le cose stanno ben diversamente da come detto da Di Maio, allora vien da chiedersi perchè il vice-premier non si occupi d'altro. O, almeno, non conti fino a dieci prima di parlare. Soprattutto di società quotate in Borsa. 
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