I politici in vacanza non riscuotono simpatie ma l'astensionismo odierno ha origini passate

Martedì 6 Agosto 2019
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Caro direttore,
con sfacciataggine alcuni uomini del potere politico e governativo, in questi giorni, fanno bella mostra di sé in festaioli eventi da spiaggia. Sorrisi ironici, battute sarcastiche contro chi ha opinioni diverse, esaltazione sul proprio consenso elettorale, sono gli ingredienti del cocktail propagandistico di chi, in costume da bagno, maneggiando mixer musicali in spiaggia, grida di aver realizzato un sacco (e una borsa) di buone cose per gli italiani. Purtroppo, ad oggi, solo astratte promesse da una politica cieca che non vede (non vuol vedere) che circa il 50% degli aventi diritto, soprattutto negli ultimi anni, disertano le urne elettorali. Quindi nessuno può gridare di rappresentare la maggioranza degli italiani. Invece di spiagge festaiole, i politici delle promesse facili, dovrebbero umilmente chiedere ospitalità a qualche convento, per analizzare le motivazioni, la cause, che portano oltre venti milioni di cittadini italiani a non votare. Potrebbe essere anche una mistica opportunità per espiare i peccati di superbia, di arroganza e di odio. 


Franco Piacentini
Padova


Caro lettore, 
normalmente siamo particolarmente infastiditi delle vacanze dei politici che non riscuotono le nostre simpatie. Qualcuno ieri era infastidito dalle regate in barca a vela di D'Alema, altri oggi considerano volgari e inopportune le ferie balneari a Milano Marittima di Salvini. Esattamente come l'altro ieri più di qualcuno trovava fuori luogo e intollerabili le ospitate berlusconiane in Sardegna. Ciascuno ha le sue opinioni, i suoi gusti e le sue sensibilità. Inutile provare a confutarle o metterle in discussione. Questi sono argomenti su cui le certezze prevalgono su tutto. Non esiste spazio per un contraddittorio. Sarebbe del resto del tutto inutile. Ma mi pare difficile far derivare da questo le ragioni dell'astensionismo. Soprattutto mi pare un po' arduo attribuire la responsabilità politica della ridotta affluenza alle urne ai partiti attualmente al governo. Non perché costoro abbiamo particolari meriti o perché la loro azione di governo sia stata particolarmente efficace. Ma perché la disaffezione elettorale degli italiani, il distacco dalla politica hanno origini lontane e chiamano innanzitutto in causa le classi dirigenti del passato. Ai governanti di oggi si può imputare di non essere riusciti a invertire questa tendenza. Ma quando investiamo di critiche, anche legittime, i nuovi inquilini della stanza dei bottoni, dimentichiamo spesso di ricordare che se oggi loro sono al governo è innanzitutto per i demeriti di chi la ha preceduti.
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