Perché i governi bloccano social e telefonini? Motivi di sicurezza nazionale. O, come in Russia, per censurare le notizie scomode

Sabato 25 Febbraio 2023
Perché i governi bloccano social e telefonini? - Foto di Jan Vašek da Pixabay

Caro Direttore
lei parla di Putin come di un despota che non permette la libertà di parola e diffonde notizie di comodo. Allora cosa mi dice degli americani che "eliminano" i social o i prodotti tecnologici che non fanno loro comodo sopprimendo siti che secondo loro condizionano i cervelli della gente come nel caso di Huawei e ora di Tik Tok? Imponendoci Google, Instagram e tutto il resto.


Rimo Dal Toso
Padova


Caro lettore,
non sono io che parlo di Vladimir Putin come di un despota. È il presidente della Federazione russa che si comporta come un autocrate e che ha imposto nel proprio Paese un regime autoritario che limita fortemente le libertà individuali e ha di fatto cancellato la libertà di informazione.

E tutto ciò, badi bene, non è avvenuto a causa della guerra, ma è il risultato di un lungo percorso politico-ideologico iniziato già molti anni fa e che ha portato a una crescente riduzione degli spazi di democrazia in Russia, trasformatasi nei fatti in un regime totalitario. Di questa deriva autoritaria sono stati vittima anche i social. Già nel 2018 infatti il Roskomnadzor, l'autorità russa delle telecomunicazioni, che, di concerto con il Ministero degli Interni, controlla l'informazione, bloccò (o meglio cercò di bloccare, riuscendoci solo parzialmente) per due anni Telegram, il popolare servizio di messaggistica fondato dal russo Pavel Durov. La ragione era chiara: Telegram era considerato dagli apparati di Mosca un possibile e non facilmente controllabile veicolo di diffusione di notizie scomode e sgradite al sistema. Non mi risulta che le autorità statunitensi abbiano mai fatto nulla di simile. Il caso Huawei è diverso. Il colosso cinese non è un sistema di messaggistica come Telegram o Instagram ma un grande produttore di notebook e telefoni cellulari. Gli Stati Uniti hanno imposto restrizioni all'importazione di prodotti di Hauwei e starebbero valutando di vietare all'azienda cinese anche l'acquisto di tecnologia americana, per ragioni di sicurezza nazionale. La Casa Bianca sospetta infatti che l'azienda cinese, attraverso i suoi prodotti, faccia attività di spionaggio negli Stati Uniti a favore del governo di Pechino. Da qui la scelta del presidente Biden di intervenire per evitare che dati sensibili finiscano in mani cinesi. Quanto al divieto dell'uso di Tik Tok la decisione è dell'Unione europea e riguarda i suoi oltre 32mila dipendenti. A tutti è stato chiesto di disinstallare la app cinese (Tik Tok è controllato dal gruppo ByteDance) dai loro telefonini, sia di lavoro sia privati. Anche in questo caso l'intervento è determinato da ragioni di sicurezza: il timore è che attraverso Tik Tok la Cina possa spiare nella vita dei dipendenti dell'Unione europea ed avere accesso a notizie e informazioni riservate.

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