I problemi sono tanti e seri, ma la narrazione catastrofista e ansiogena non ci aiuterà a risolverli

Venerdì 3 Maggio 2019
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Egregio direttore,
la situazione venezuelana, per noi e per l'Europa, dovrebbe essere di monito. Una volta D'Alema disse: la democrazia costa. La nostra è costosissima (forse perché i sovrani sono tanti), nonostante l'enorme debito pubblico. Gli sperperi e l'allegra gestione degli enti, centrali e periferici, non muta. I privilegi, i diritti acquisiti non si toccano e se qualcuno ci prova, è aggredito: le reazioni di Capanna, Livia Turco e tanti altri sono scenate che la storia ha registrato. Per l'opera svolta ricevono, a fine mandato, la buona uscita di reinserimento al lavoro. Chi sono i politici? Esercitano una professione? Un mestiere? Se non si riducono le spese per la politica e non si affronta il nodo della povertà ormai diffusa nell'intero paese, veramente qualche sgradita sorpresa può affliggerci. Il Venezuela, sull'orlo della guerra civile può essere un esempio per noi e anche per l'Europa.

Michele D'Adderio 
Scorzè (Venezia)

Caro lettore,
mi perdoni la franchezza: ma davvero lei pensa che l'Italia e l'Europa rischino una deriva venezuelana? O forse, come credo, ha scritto questa sua lettera in un momento di particolare sconforto o di indignazione? Mi permetto di chiederglielo perché, come lei ben sa, non abbiamo mai risparmiato critiche ai mali endemici che affliggono il nostro Paese e non siamo mai stati teneri contro sprechi, rendite di posizione, antichi e nuovi privilegi. Ma sono anche convinto che sia sbagliato eccedere in una narrazione ansiogena e catastrofista della situazione italiana. Il malessere che, da molti punti di vista, attraversa la nostra società è profondo e impone capacità di analisi e di intervento di cui spesso la classe politica non si è dimostrata e non si dimostra capace. Ma paragonare o anche solo avvicinare la nostra realtà a quella venezuelana rischia di portarci fuori strada. L'Italia ha pagato un prezzo elevato alla crisi economica, ma continua ad avere un reddito pro capite di quasi 28mila euro e può contare su un'imprenditoria tra le più capaci del mondo. Il Venezuela, ridotto sul lastrico dalle folli scelte economiche di Maduro, è sceso sotto i 4mila dollari di reddito pro capite e ha distrutto l'unica sua vera ricchezza: le enormi risorse petrolifere. La nostra è certamente una democrazia imperfetta e malconcia, ma con una sua vitalità e capacità di auto-rigenerarsi. Il Venezuela è una dittatura strisciante, un sistema autocratico ed autoritario senza futuro, fondato su uno scellerato patto di potere tra gli eredi Hugo Chavez e i militari. L'Italia al contrario del paese sudamericano non rischia guerre civili, ma un lento e inesorabile declino. Ha però le risorse e le energie per sfuggire a questo destino. Sta anche a noi crederci.
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