Gli abusi edilizi a Ischia e i condoni che non sono condoni dell'ex premier Conte

Giovedì 1 Dicembre 2022
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Egregio direttore,
l'ex senatore Gregorio De Falco ha dimostrato sin dalla tragedia della Concordia estrema coerenza, capacità e decisione. Anche sul condono di Ischia si oppose al provvedimento del governo Conte I e ne pagò le conseguenze con l'espulsione dal Movimento 5 Stelle e l'emarginazione dalla politica.

Gabriele Salini


Caro lettore,
se qualcuno avesse dei dubbi sull'esatto significato del termine azzeccagarbugli, gli consiglierei di ascoltare le risposte che l'ex premier Giuseppe Conte ha dato alle domande sul discusso articolo (il 25) del cosiddetto decreto Genova varato dal suo governo nel settembre del 2018: un provvedimento che, come ha ben spiegato l'ex senatore De Falco poi espulso da M5S per non averlo votato, allargò, rispetto alle leggi precedenti, le maglie dell'abusivismo a Ischia anziché restringerle.

Conte, con un linguaggio in costante bilico tra il paternalistico e il saccente, ha cercato di spiegarci che anche se si chiamava condono, anche se la parola condono era espressamente utilizzata nel testo del provvedimento e anche se in Parlamento si discusse di condono, in realtà quello non era un vero e proprio condono. Cioè, a qualcuno (a noi per esempio che alle parole siamo abituati a dare il significato che hanno) poteva apparire un condono, ma non funzionava proprio come un condono. Magari lo sembrava, ma era un'altra cosa. Cosa esattamente l'ex premier non ha però voluto spiegarcelo, ritenendolo probabilmente un inutile dettaglio. Ci sarebbe quasi da sorridere se non stessimo parlando di una tragedia che ha provocato tanta distruzione e causato tanti morti. Di cui, per carità, non incolpiamo certamente l'ex presidente del Consiglio. Ma dopo aver ascoltato la disarmante difesa dell'ex premier, oggi capo di M5S, resta un'amara sensazione: che all'origine del disastro di Ischia, oltre alla fragilità naturale di un territorio e a tante dissennate scelte o non scelte urbanistiche, ci sia anche una cultura politica incapace di assumersi le proprie responsabilità e abile sopratutto a destreggiarsi con le parole. Che però in qualche caso, come questo, finiscono per franare loro addosso.

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