Venerdì 17 porta sfortuna? Ecco perché

Giovedì 16 Gennaio 2020
Venerdì 17, perché si dice che porti sfortuna? Le origini della credenza popolare

Venerdì 17, ci siamo. Il giorno più temuto da scaramantici e superstiziosi è ormai alle porte, ma perché si dice che porti sfortuna? Si tratta di una credenza che viene da molto lontano: già nell'antica Grecia si trovano le prime tracce di quella che, tecnicamente, viene definita eptacaidecafobia (paura del 17). Tuttavia è soltanto in Italia che venerdì 17 viene considerato un giorno sfortunato. Nei paesi di cultura anglosassone, infatti, il giorno "nero" per eccellenza è venerdì 13. 

I pitagorici (VI secolo avanti Cristo) odiavano il numero 17 perché collocato fra il 16 e il 18, ritenuti perfetti nella loro rappresentazione di quadrilateri 4x4 e 3x6. Nell'Antico Testamento c'è scritto che il Diluvio Universale cominciò il 17 del secondo mese. Il venerdì, sempre in ottica cristiana, è considerato un giorno nefasto perché associato alla morte di Gesù. Gli antichi romani sulle tombe erano soliti scrivere in latino «VIXI», ovvero «ho vissuto», quindi «sono morto». «VIXI» è l’anagramma di «XVII», cioè 17 in numeri romani.

Nella smorfia napoletana, forse come risultato di tutto ciò, il numero 17 è associato alla "disgrazia". Insomma, ricondurre a una sola causa la fobia degli italiani per il venerdì 17 è praticamente impossibile e, probabilmente, anche insensato. Tuttavia, anche il meno superstizioso di venerdì 17 viene colto da qualche pensiero negativo. Della serie «non è vero, ma ci credo...».





 

Ultimo aggiornamento: 17 Gennaio, 11:35 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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