Varianti, la sudafricana è la più pericolosa? Domande e risposte

Il virologo Perno: «Mutazione atipica, ma non è detto che sia più “cattiva”. Il coronavirus cambia meno dell’influenza»

Sabato 27 Novembre 2021
Varianti, la sudafricana è la più pericolosa. Faq

La variante Omicron è mutata più delle altre. Ma questo non vuol dire che sfugga alla scienza, alle cure, al vaccino. Già tra qualche giorno si saprà meglio quanto è più contagiosa e aggressiva. Ha messo in allarme il mondo e all’apparenza sembra una sorta di mix delle precedenti. Se all’inizio furono Wuhan e la Cina a raccontare a tutti le dure conseguenze del virus Sars Cov-2, questa volta gli occhi sono puntati al Sudafrica. Un po’ come accadde con la Gamma quando i riflettori si accesero sul Brasile e con la Delta, quando l’attenzione fu rivolta all’India. Carlo Federico Perno, virologo e direttore dell’Unità di Microbiologia dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, è uno di quelli che il virus l’hanno visto e studiato.

A lui poniamo alcune delle domande sulla nuova variante a cui la comunità scientifica in questi giorni è chiamata a rispondere.


LA VARIANTE OMICRON HA IL PIÙ ALTO NUMERO DI MUTAZIONI: È UN CASO?

«Le mutazioni della Omicron non sono solo sulla Spike ma anche sulle altre proteine. Sono in numero maggiore rispetto alle altre varianti. È interessante perché sono simili a quelle già trovate in Beta, Delta e Gamma. In biologia nel momento in cui lasciamo che il virus replichi nei luoghi dove ci sono milioni di persone che vengono infettate ogni giorno, è normale che vengano generate quantità enormi di mutazioni. E questo rende maggiore la probabilità che siano simili alle altre. Lì dove c’è un tasso vaccinale bassissimo il virus circola più liberamente. In sostanza, sono questi i luoghi in cui può fare quello che vuole. Il messaggio è che bisogna vaccinare tutto il mondo: è inutile pensare che in Italia si debba raggiungere il 99% degli immunizzati quando gli altri Stati di un sistema globalizzato non hanno queste stesse percentuali. È necessario andare avanti con le terze dosi, facendolo a tutta forza. Ma dobbiamo portare i vaccini anche nel resto del pianeta».


LA VARIANTE OMICRON È PIÙ PERICOLOSA?
«Ogni variante ha delle mutazioni rispetto al ceppo originario e non necessariamente queste si accumulano. L’Alfa era diversa dalla Beta, ma la Delta era più simile alla Alfa e meno alla Beta e alla Gamma. Una variante atipica non significa però più pericolosa. In biologia due più due non fa quattro. Un virus “abbastanza pericoloso” può incrociarsi con un altro “ugualmente pericoloso” e mettere insieme le loro mutazioni. Ma non è detto che diventi “pericoloso altrettanto”. La vera differenza la fa la struttura finale: può essere, per esempio, che per un effetto paradosso le mutazioni si elidano e diventi meno cattivo. “Mutazione più mutazione” può dunque non significare “più cattiveria”. Oggi della maggiore pericolosità della mutazione Omicron del virus Sars Cov-2 non abbiamo evidenza. Dobbiamo però stare in guardia: è necessario sequenziare e avere la massima cura, tenendo alta l’attenzione sulla sua evoluzione».

 
POTREBBE SFUGGIRE AL VACCINO?
«Il virus variato potrebbe sfuggire al vaccino, come potrebbe non cambiare niente. Non sappiamo ancora se questo insieme di mutazioni arrivi a produrre un effetto negativo sulla copertura del programma di immunizzazione già previsto».


FARE LA TERZA DOSE PUÒ PROTEGGERCI ?
«Se la variante risponde ancora al vaccino, anche se può arrivare a farlo un po’ di meno, grazie alla terza dose riusciamo a proteggerci. Nella sciagurata ipotesi, abbastanza improbabile ma che non si può escludere, che ci sia una variante che il vaccino non vede, bisogna ridefinire il programma vaccinale. Ma il coronavirus non è come il virus influenzale, varia di meno».


LA MUTAZIONE È PARTITA DAL SUDAFRICA?
«Non sappiamo esattamente in quale area dell’Africa australe si sia generata, ma sicuramente viene da lì. Ci sono stati casi in Botswana, Paese che però non sequenzia. Ancora una volta è importante lavorare con i Sud del mondo per aiutarli nei programmi vaccinali. Si tratta di un’operazione che facciamo per gli altri ma anche per noi stessi».


QUANTO TEMPO CI VORRÀ PER CAPIRE LA CONTAGIOSITÀ E LA GRAVITÀ DELLA VARIANTE?
«Sarà necessaria qualche settimana per avere dettagli sugli effetti. Ma nell’arco di qualche giorno avremo un quadro di insieme molto ragionevole sulla sua contagiosità. Lo vedremo grazie ai dati del Sudafrica, dove stanno facendo tante sequenze. E se si registrano molti altri casi in Europa, allora purtroppo potremmo dire che è già arrivata da noi e che i buoi sono scappati dalla stalla».


RISPETTO A UN ANNO E MEZZO FA, I RISCHI SONO MAGGIORI O MINORI?
«Stiamo giocando una partita, è un po’ come se il virus avesse fatto 4 gol nel primo tempo. Nel secondo sono invece entrate forze fresche grazie al vaccino e abbiamo fatto 6 gol. Ora, sembra incredibile dirlo ma è così, continuiamo a vincere noi, ma il virus potrebbe pareggiare. Ecco perché dobbiamo stare attenti».


HA SENSO CONTINUARE A INDOSSARE LA MASCHERINA?
«Le disposizioni sulla mascherina sono cautelative. Possono sembrare sgradevoli ma sono ragionevoli. Dove il virus circola è importante che ci proteggiamo». 

Ultimo aggiornamento: 29 Novembre, 08:23 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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