Entro l'estate il consumatore avrà un'arma in più, per difendersi dal telemarketing selvaggio. Telefonate ad ogni ora del giorno e della sera e cassetta della posta strapiena. A quattro anni dalla legge, il Consiglio dei ministri ha emanato il regolamento che modifica il Registro pubblico delle opposizioni, consentendo al consumatore l'iscrizione del numero fisso, di cellulare e l'indirizzo, per non ricevere più pubblicità, neanche dalle segreterie elettroniche. Per capire come difendersi, ne abbiamo parlato con l'esperta, Emmanuela Bertucci, avvocato dell'associazione consumatori Aduc.
Questo provvedimento scrive la parola fine al telemarketing selvaggio?
«Speriamo di sì, ma guardando al passato non c'è da essere ottimisti, perché il Registro delle opposizioni ha iniziato la sua attività nel 2011 ed è stata un'esperienza fallimentare, perché si potevano iscrivere solo numeri fissi iscritti agli elenchi telefonici».
Ed ora cosa cambia?
«Quando il regolamento entrerà in vigore, oltre ai numeri fissi, consentirà di iscrivere sul registro i cellulari e gli indirizzi di casa, vietando il telemarketing selvaggio sia per telefono che per posta. Ed inoltre cancellerà tutti i consensi alla cessione dei dati che l'utente ha firmato in precedenza».
E se il consumatore firma un contratto per andare in palestra, dando il consenso al trattamento dei dati, l'iscrizione decade?
«Bisogna fare molta attenzione. Ci sono tre consensi che vengono richiesti. Il primo, obbligatorio, per iscriversi a quel servizio. Il secondo è relativo agli scopi commerciali della palestra o del servizio richiesto, il terzo riguarda la cessione dei dati a società esterne. Se gli ultimi due non vengono accettati i nostri dati non possono circolare».
Non si rischia un corto circuito?
«È opportuno che le persone sappiano i consensi che forniscono. Il consiglio è di rinnovare l'iscrizione al Registro dopo un determinato periodo di tempo per annullare i consensi dati nel frattempo».
Ma se le aziende non rispettano le regole, il consumatore che deve fare?
«L'azienda è sanzionata dal Garante con una multa pari al 4% del fatturato, ma è sempre il consumatore che deve segnalare l'abuso al Garante. Il cittadino è chiamato ad avere un ruolo attivo in questa vicenda».
Non crede che il registro sia un ostacolo per quelle aziende serie, che danno lavoro a migliaia di persone?
«Se si riconosce il diritto delle persone a non essere molestate, questo fa parte dell'evoluzione dell'economia e della società, credo che il mercato si equilibrerà su un altro settore».
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