Crollano tutti i consumi, tranne quelli per la spesa. Complice ovviamente la chiusura dei ristoranti per gran parte del 2020, nell'ultimo anno è salita a 468 euro mensili la media della spesa alimentare degli italiani. È il valore più alto degli ultimi cinque anni. L'analisi è realizzata dalla Coldiretti sulla base dei dati Istat: «A spingere i consumi alimentari tra le mura domestiche - sottolinea l'associazione - è il crollo della ristorazione che fa segnare un calo del 39% nel 2020 a seguito delle chiusure a singhiozzo determinate dalla necessità di combattere la diffusione del contagio da Covid».
«A cambiare è anche la composizione del carrello della spesa con l'aumento degli acquisti per latte, formaggi e uova (62 euro al mese; +5,1% rispetto al 2019) e per carni (102 euro mensili; +3,4% rispetto all'anno precedente), frutta (43 euro mensili; +1,2% rispetto al 2019).
Imprese, allarme per i prezzi delle materie prime. Confcommercio: «Crescita più auspicio che realtà»
«Con l'emergenza Covid - spiega la Coldiretti - c'è stata una decisa svolta salutista che ha favorito l'acquisto di prodotti considerati più sani e più vicini al territorio per sostenere l'occupazione e l'economia locale». «L'emergenza Covid-19 ha determinato un sensibile aumento del numero delle imprese agricole che praticano la vendita diretta e, di conseguenza, è cresciuto il fatturato di questo canale che, nel 2020, ha superato i 6,5 miliardi di euro secondo l'Ismea. Un risultato reso possibile dal fatto che l'Italia è l'unico Paese al mondo che può contare su una unica rete organizzata Campagna Amica che mette a disposizione delle famiglie 1200 mercati contadini a livello nazionale sia all'aperto che al chiuso con una varietà di prodotti che - spiega la Coldiretti - vanno dalla frutta alla verdura di stagione, dal pesce alla carne, dall'olio al vino, dal pane alla pizza, dai formaggi fino ai fiori. Con la pandemia l'alimentazione è tornata ad essere il centro della vita di famiglie e paesi con un impatto - continua la Coldiretti - sui prezzi e sugli scambi commerciali con accaparramenti, speculazioni e incertezza che spinge la corsa dei singoli Stati ai beni essenziali per garantire l'alimentazione delle popolazioni».