Rosanna Della Corte: «Anche io mamma anziana nel 1994, ma i figli si fanno da giovani»

Venerdì 16 Novembre 2018 di Mauro Evangelisti
Rosanna Della Corte
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«I figli bisogna farli quando si è giovani, glielo dico io». Ma come, signora Rosanna Della Corte, lei dice questo che nel 1994 fu una pioniera, con l’aiuto del professor Severino Antinori partorì un figlio a 63 anni.

«Vede, a me è andata bene, sono stata fortunata, Riccardo, mio figlio, oggi ha 24 anni, ed è un bravissimo e bellissimo ragazzo, molto serio, è sempre stato sano e non mi ha mai dato problemi. Ma non avrei mai provato ad avere un figlio a quella età se non fosse morto il mio primo ragazzo. Non lo avrei fatto assolutamente».

Andiamo indietro con il nastro. Il pensiero va a quanto è avvenuto all’ospedale San Giovanni giovedì: una donna di 62 anni, grazie alla fecondazione assistita eseguita a Tirana, ha partorito una bimba di tre chili e duecento. È romana, è single e al Messaggero ha spiegato che ha fatto questa scelta dopo avere aspettato, inutilmente, l’uomo giusto. Su questa storia si è animato il dibattito e molti hanno ripensato a Canino, piccola città in provincia di Viterbo, di cui si parlò molto il 18 luglio 1994, quando una signora di 63 anni diede alla luce un bimbo. Con il marito aveva chiesto aiuto al professor Antinori (che in seguito avrebbe avuto guai giudiziari, ma questa è un’altra storia) dopo che il loro primogenito era morto, a 17 anni, in un incidente stradale. Chiamarono il secondo figlio Riccardo, proprio come il primo che avevano perso. Esperti dissero che era una cosa sbagliata, che il piccolo veniva caricato di troppe responsabilità, che sarebbe cresciuto senza genitori perché erano già di età avanzata. Torniamo al presente: è andata diversamente, Riccardo, è un ragazzo forte e sereno; la signora Rosanna ha 87 anni ma è ancora lucida e brillante; il marito Mauro, che era di qualche anno più anziano, è morto solo di recente.
Insomma, ci aspetteremmo che lei dicesse: la signora del San Giovanni ha fatto bene.

«No, no, per seguire un figlio bisogna essere giovane. Ormai quella bimba è nata e quindi auguro a lei e alla madre tutto il bene possibile, che siano felici. Però se devo parlare in generale, lo dico chiaramente: dopo una certa età è sbagliato avere un figlio. Bisogna prendere certe decisioni quando si è giovani, secondo me non oltre i 45-50 anni. Dopo no. Se non fosse morto il mio primo figlio, io non l’avrei mai fatto».

Apriamo una parentesi in punta di piedi: come è stato per Riccardo crescere sapendo di avere lo stesso nome del fratello che non ha conosciuto?
«E’ andata bene. Una volta ci chiese perché lo avevamo chiamato Riccardo, come il primogenito, e glielo abbiamo detto: ci piaceva quel nome, semplicemente».

Riccardo assomiglia al suo primogenito?
«Tantissimo, hanno esattamente lo stesso carattere. Forse il primogenito era un po’ più timido, ma semplicemente perché erano altri tempi».
Chiusa parentesi. Perché è sbagliato avere un figlio dopo i sessant’anni?
«Io sono felice, però i bambini hanno bisogno di una mamma giovane, non di una mamma di una certa età. Io ho cercato di avere sempre delle idee fresche, di comprendere meglio la gioventù, ho cercato di non essere apprensiva e non proibire troppe cose, mentre con il primogenito proibivo tutto. Però per una madre anziana è difficile comprendere i giovani».

La bimba della signora che ha partorito al San Giovanni è nata e sta bene, quindi ora bisogna guardare al futuro. Qual è il suo consiglio? 
«Un figlio è sempre una benedizione, per l’amore di Dio. A questa signora dico di tenersela stretta, di volerle bene. Perché la cosa più importante, quando c’è un bambino, è l’amore. Quando c’è l’amore molti problemi si risolvono. Avrà tanto amore per questa bambina, come ce l’ho avuto io, che all’inizio avevo paura anche dell’aria, non volevo me lo toccassero. Però a questa signora consiglio di comprendere le nuove generazioni, di non essere legata al passato, non scandalizzarsi se vediamo un orecchino o la barba lunga, perché adesso va di moda così. Anche le mode che seguivamo noi da giovani non andavano bene ai nostri genitori. Non ho mai criticato le scelte di Riccardo e per questo siamo andati sempre d’accordo. Solo tre cose ho sempre detto a lui e ai suoi amici: non drogatevi, non fate del male, non rubate. Per il resto fate tutto, la vita è vostra».

Quando i bambini sono piccoli come si sopporta la fatica?
«No, no, quella si sopporta, figuriamoci, sarà che Riccardo è sempre stato bene, robusto, forte».
Se per voi è andato tutto bene, perché dice che è sbagliato un figlio dopo i sessant’anni?
«Perché questi bambini avrebbero bisogno di una persona più giovane, vicino.

Poi, dico la verità, Riccardo non mi ha mai detto niente, non mi ha mai chiesto perché non ero giovane. E non mi ha mai dato alcuna preoccupazione».

Ultimo aggiornamento: 11:49 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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