Il Vero Alfredo: la storia delle fettuccine che hanno conquistato Hollywood

Domenica 13 Dicembre 2020 di Valeria Arnaldi
Fettuccine all'Alfredo

La passione - e vocazione - per la buona cucina. L’ingegno. Una storia d’amore.

E il gusto per lo spettacolo e la voglia di mettersi in gioco. Sono questi gli “ingredienti”  nella storia delle fettuccine all’Alfredo, tradizione romana nota a livello internazionale e diventata vera e propria “moda” negli Stati Uniti, dove alla ricetta è dedicata perfino una speciale giornata, il 7 febbraio, il National Fettuccine Alfredo Day.

Prima di diventare iconiche e forse senza neppure sospettare di poterlo essere, però, le fettuccine sono nate come pegno d’amore e d’attenzione di un marito per la moglie, affaticata dopo la gravidanza. «Era il 1908 - racconta Chiara Cuomo, titolare del ristorante “Il Vero Alfredo”, insieme alla madre Ines Di Lelio - Il mio bisnonno Alfredo Di Lelio, all’epoca, aveva una piccola trattoria in piazza Rosa, dove oggi si trova la Galleria Colonna. La moglie era prostrata dal parto e lui, per darle forza, decise di prepararle un piatto semplice ma molto nutriente. Così unì fettuccine all’uovo, burro e parmigiano. Alla moglie piacquero tanto che gli consigliò di metterle in menu».  Detto fatto. Un’ottima intuizione a giudicare dal successo che avrebbero avuto.

Nel 1914, i lavori in piazza per la costruzione della Galleria, costrinsero Alfredo a trasferire il proprio locale in via della Scrofa. «Rimase qui fino a dopo la guerra - prosegue Cuomo - durante il conflitto la situazione era stata molto difficile, così decise di cedere l’azienda al suo personale. Pensava che non avrebbe più aperto alcuna attività, invece non fu così e qualche tempo dopo con suo figlio, ossia mio nonno, aprì il ristorante in piazza Augusto Imperatore, dove siamo ancora oggi». Si spiega così l’esistenza di due “Alfredo” a Roma: Alfredo alla Scrofa e Il Vero Alfredo.  «Il locale in piazza Augusto Imperatore era un vecchio garage americano - prosegue - inaugurò nel 1950. E qui arrivarono i grandi nomi di Hollywood e della Dolce Vita».

Il legame con il cinema esisteva già dagli anni Venti, precisamente da quando Douglas Fairbanks e Mary Pickford, nomi noti del cinema muto, avevano deciso di mangiare presso il ristorante di Alfredo e di provare, tra i tanti piatti, proprio le fettuccine. «Erano in luna di miele a Roma - aggiunge - rimasero stregati dalle fettuccine, tornarono più volte a mangiare da lui e poi, prima di partire, gli donarono due posate d’oro con l’incisione  “To Alfredo the King of the noodles”. Al loro ritorno in Usa, la voce di quel piatto si sparse rapidamente. Da quel momento, tutte le celebrità che venivano a Roma andavano al suo ristorante per provare il piatto e mangiare con quelle posate, che lui riservava proprio alle personalità».

A stregare i personaggi noti, italiani e stranieri, tra attori e perfino famiglie reali, erano il gusto del piatto e la sua presentazione. «Alfredo aveva un suo rito. Mischiava le fettuccine al suono di una sorta di tarantella, direttamente davanti al cliente. Offriva una vera esperienza, quasi un mini-show. Abbiamo mantenuto parte di quella tradizione, ancora oggi mischiamo le fettuccine davanti al cliente ma senza musica». La formula funzionava - e funziona - molto bene. Tra i tanti appassionati delle fettuccine, Alberto Sordi, Monica Vitti, Vittorio Gassman, Sergio Leone, ma anche Clark Gable, Orson Welles, Liz Taylor e molti altri.

 

Dopo la morte di Alfredo, a occuparsi del ristorante è stato il figlio Armando. «Tutti però lo chiamavano Alfredo - dice Chiara Cuomo - dopo di lui è stato il turno di mio zio, che si chiamava veramente Alfredo, e poi siamo arrivate mia madre ed io. Le posate d’oro ci sono ancora e le usiamo per qualche personalità. La tradizione si mantiene e difende. Siamo stati riconosciuti come bene storico».

E il Fettuccine Alfredo Day?

«Anni fa abbiamo scoperto per caso la sua esistenza, è nato negli Usa, non sapiamo come, né il perché della data scelta ma adesso lo festeggiamo anche noi. Lo faremo anche quest’anno, non sappiamo ancora in quale modalità, dipenderà molto dalla situazione. Teniamo alla tradizione, è il nostro punto di forza, cerchiamo di non trascurare anche l’innovazione. Organizziamo brunch, faremo pure uno speciale lunch prima di Natale, il 19, con piatti a tema oltre alle fettuccine e musica, anticipato, per chi lo desidera, da una visita guidata su Trilussa con il professor Vittorio Maria De Bonis. Nel tempo, abbiamo conquistato anche un pubblico giovane, è importante, proprio per la tutela della tradizione».

Una storia tutta da assaggiare, a partire proprio, dal piatto iconico, come recita la Carta, “Le Vere Maestosissime Fettuccine all’Alfredo”.

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