Diossina, perché è pericolosa? Signorelli: «Cancerogena, contamina carne e pesce. Rischi per donne incinte»

Tra i sintomi di una possibile malattia il professore mette in guardia dalla comparsa di alterazioni cutanee

Giovedì 16 Giugno 2022 di Graziella Melina
Diossina, perché è pericolosa? Signorelli: «Cancerogena, contamina carne e pesce. Rischi per donne incinte»

Lincendio scoppiato in due capannoni di stoccaggio e di trattamento di rifiuti dell’ex discarica di Malagrotta a Roma avrà di sicuro un impatto non indifferente non solo sull’ambiente, ma anche sulla salute. «La pericolosità delle diossine dipende dalle dosi inalate e dai tempi di esposizione - mette in guardia Carlo Signorelli, ordinario di Igiene dell’Università Vita Salute San Raffaele di Milano - Attenzione, dunque, a non avvicinarsi alle aree contaminate e a tenere sempre le finestre chiuse se ci si trova in una zona a rischio».

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Perché le diossine sono così pericolose?

«Con il termine diossine si indica comunemente un gruppo di sostanze che hanno caratteristiche chimiche, fisiche e tossicologiche tra loro molto simili. Per lo più derivano da processi naturali di combustione, come per esempio gli incendi di foreste o le emissioni di gas dei vulcani, oppure da specifiche attività umane, quali l’incenerimento di rifiuti o i processi di produzione industriale. Come noto, la diossina è un cancerogeno.

Non dimentichiamo che l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc) ha classificato alcune diossine come appartenenti al gruppo 1, cioè cancerogeni umani certi. La pericolosità dipende dalle dosi inalate e dai tempi di esposizione. In generale, riconosciamo danni acuti, fino al rischio cancerogeno per lunghe esposizioni».

 


Quali sono i danni più frequenti?

“Precisiamo innanzitutto che i danni si possono manifestare dopo poche ore, oppure dopo anni. Se l'esposizione è acuta, cioè limitata nel tempo ma ad alti livelli, può causare anche gravi effetti. Si possono infatti osservare malattie della pelle, come la cloracne, oppure anche alterazioni delle funzioni del fegato. Per intenderci, esempi di esposizione acuta possono essere gli incidenti industriali - ricordiamo per esempio quello scoppiato nello stabilimento chimico di Seveso - oppure avvelenamenti volontari o involontari”.

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E per chi non si trova a ridosso dell’area colpita dall’incendio?

“La cosiddetta esposizione cronica, cioè a dosi più basse ma per periodi di più lunghi, può provocare danni sia al sistema immunitario che a quello endocrino, può anche interferire con l’equilibrio fisiologico degli ormoni tiroidei e steroidei. Sono stati osservati anche effetti sulla riproduzione e sullo sviluppo del feto, soprattutto se l'esposizione avviene durante la gravidanza o nelle fasi immediatamente successive alla nascita. Le diossine possono causare linfomi al tessuto linfatico oppure a quello emopoietico, colpendo, quindi, organi e tessuti responsabili della produzione di globuli rossi, bianchi e piastrine; oppure anche diverse forme di leucemia, linfomi non-Hodgkin e tumore al seno”.

Ma come si può venire a contatto con le diossine?

“La contaminazione da diossine può avvenire per via diretta, ossia per inalazione, oppure indiretta, attraverso alimenti e prodotti della terra per contaminazione del terreno. In generale, però, la principale fonte di esposizione umana alle diossine, pari a circa al 90%, è rappresentata dagli alimenti, per lo più carni, oppure alcune specie di pesce, formaggi ed altri prodotti caseari”.


Ci sono possibili sintomi che devono allarmare?

“Bisogna fare attenzione se per esempio si osserva la comparsa di alterazioni cutanee. Nel caso della cloracne, infatti, si hanno eruzioni e pustole simili a quelle dell’acne giovanile, la localizzazione è estesa all’intera superficie del corpo”.


Chi rischia di più?

In generale, chiunque. Sicuramente, maggiori rischi si hanno per i feti in via di sviluppo, i neonati e i bambini”.


Gli impianti che trattano sostanze chimiche oppure rifiuti rappresentano sempre un rischio, ovunque si trovino?

“A seguito dell’incidente italiano del 1976 è stata approvata a livello europeo la cosiddetta "direttiva Seveso", poi rivista, che prevede tra l’altro la registrazione degli stabilimenti industriali a rischio, l'identificazione delle sostanze pericolose trattate e la preparazione di specifici piani di prevenzione ed emergenza. Nei paesi dell'Unione europea, le emissioni prodotte dai nuovi impianti industriali sono state ridotte dell'80% e sono tuttora in diminuzione”.
 

In caso di incendi e di nubi tossiche, cosa bisogna fare per evitare danni gravi alla salute?

“Per eventi acuti come gli incendi, il consiglio è quello di allontanarsi temporaneamente dalla zona e comunque evitare l’esposizione, con la chiusura delle finestre. Bisogna prestare sempre particolare attenzione all’igiene: è necessario lavare a lungo e con acqua potabile tutti gli ortaggi a foglia larga, visto che trattengono più polveri. E poi è bene sbucciare la frutta. È importante, infine, non far mangiare il foraggio dell’area contaminata agli animali”.

Ultimo aggiornamento: 16:36 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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