Hitler tra i pastori del presepe napoletano, è bufera. L'autore: «Opera su commissione»

Lunedì 10 Dicembre 2018 di Attilio Iannuzzo
Hitler tra i pastori del presepe napoletano, è bufera. L'autore: «Opera su commissione»
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Stretto tra Maurito Icardi che si sfila la maglia e Valentino Rossi che impenna con la sua Yamaha, nella celebre stradina napoletana dei presepi, San Gregorio Armeno, ha fatto capolino nei giorni scorsi anche la statuina di un Hitler che saluta col braccio teso.

L'ha realizzata Genny Di Virgilio, maestro pastoraio amico dei vip, che dei pastori che riproducono personaggi noti tratti dalla storia e dall'attualità ha fatto un filone di successo. 

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«La statuina, 30 cm di terracotta, - assicura lo stesso Di Virgilio - è rimasta esposta poche ore nella giornata di sabato, è un pezzo unico creato su commissione e non fa parte della mia collezione». Un lasso di tempo minimo, ma sufficiente per essere notata e per rimbalzare su siti e social. Su Facebook il Fuhrer con il braccio alzato nel saluto nazista viene rilanciato per primo dal presidente del Pd di Napoli Tommaso Ederoclite che ne parla come di «una vergogna per la città, una scelta che inquieta e spaventa». A seguire arrivano gli appelli alla rimozione dell'ex sindaco Antonio Bassolino («A tutto deve esserci un limite: la statuina di Hitler nella strada napoletana dei pastori proprio no, no, no. Se non viene subito rimossa dall'artigiano che l'ha realizzata allora intervengano il Comune e lo Stato») e del vicesindaco di Napoli Enrico Panini che in una nota ufficiale dice di essere «rimasto senza parole». 



«Che nella strada in cui è nata l'antica arte dei presepi - spiega Panini - nel cuore della città storica, nella città delle quattro giornate, si possa dare spazio ad un personaggio che rappresenta l'antitesi e la negazione criminale dei valori di accoglienza e tolleranza che sono propri del popolo napoletano, è assolutamente inaccettabile». «Purtroppo - sottolinea il verde Francesco Borrelli - qualcuno a San Gregorio Armeno ha perso il senso della misura e per ottenere pubblicità a tutti i costi sforna a ripetizione pastori che non hanno nulla a che vedere con lo spirito del Natale». Irritata anche la Comunità ebraica di Napoli che - in una nota congiunta con la federazione Italia-Israele - esprime preoccupazione per l'episodio. Dal canto suo Genny Di Virgilio ammette l'errore: «Dovesse ricapitare - dice - non lo esporrei di nuovo. L'ho fatto solo per accontentare la richiesta di un cliente che la voleva vedere in vetrina per regalarla. Non ho pensato ai risvolti politici o ideologici, per me è solo lavoro». «Un lavoro che ho fatto su commissione» - si affretta a precisare l'artista nella cui bottega negli anni sono passati tra gli altri Berlusconi e Napolitano, Luca di Montezemolo e Diego Della Valle, Andreotti e Fini, e da ultimo Luigi Di Maio pochi giorni fa -. Tra i personaggi della storia riprodotti in terracotta e messi in vendita, tra un Salvini e un Malgioglio (i più gettonati per questo Natale), c'è anche Benito Mussolini: «Ma quello ce l'hanno tutti - sottolinea l'artista - è un pezzo che si vende molto. Ripeto, per me è solo lavoro, non c'è nessuna adesione ideologica. Non mi aspettavo tutto questo clamore per una statuina esposta solo poche ore. Ma potessi tornare indietro ci penserei due volte prima di esporla al pubblico. Ho sbagliato».

Ultimo aggiornamento: 11 Dicembre, 17:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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