Maturità, gli strafalcioni degli studenti: «D’Annunzio era un estetista, Segre è nera. Mattarella? Boh»

"Mussolini? Un comunista". "Liliana Segre deportata perché di colore". Tutti i clamorosi errori agli orali del diploma

Venerdì 8 Luglio 2022 di Lorena Loiacono
Maturità, gli strafalcioni degli studenti: «D’Annunzio era un estetista, Segre è nera. Mattarella? Boh»
3

«Mattarella? Mai sentito nominare». Parola di maturando. Roba da saltare sulla sedia. Ma c’è dell’altro, molto altro, tra gli strafalcioni che i maturandi hanno raccontato ai loro professori durante i colloqui dell’esame di Stato. Una vera e propria raccolta degli orrori della maturità 2022, messa a punto dal sito per studenti skuola.net: una carrellata di errori e vuoti di memoria, che non saranno certo andati giù ai professori delle commissioni.

Considerato il fatto che la commissione d’esame è tutta interna quindi i ragazzi vengono interrogati dagli stessi insegnanti che li hanno preparati e portati all’esame.

 

C’è la studentessa che si riferisce a Gabriele D’Annunzio come ad un “estetista” che descrive i suoi personaggi come dei «patiti dei trattamenti di bellezza». E la candidata che, a 19 anni e quindi pronta a votare, non ha mai sentito parlare di Sergio Mattarella, il presidente della Repubblica, e fa scena muta davanti ai professori. Ma non è tutto: c’è stato anche chi, parlando del Duce, ha assicurato senza alcun dubbio che «Mussolini era comunista». Confondendosi, forse, con gli esordi nel partito socialista. Ma di Benito Mussolini qualcuno ha anche raccontato la morte, stravolgendola del tutto. Il Duce infatti non sarebbe stato fucilato ma decapitato: praticamente come ai tempi di Robespierre e della Rivoluzione francese. Qualche lezione di storia deve essere andata perduta. Alla domanda sull’Olocausto, uno studente ha iniziato a rispondere «È quando i russi…», ma è stato subito fermato dal professore.

Non è stato fermato in extremis da nessuno, invece, il candidato che, riferendosi alla senatrice a vita Liliana Segre, ha spiegato che è stata vittima della segregazione razziale nei campi di concentramento perché «di colore». Non è andata meglio neanche per la letteratura italiana: basti pensare che L’Infinito di Giacomo Leopardi, nel suo riferimento alla celebre «siepe, che da tanta parte dell’ultimo orizzonte il guardo esclude», si riferisce in realtà ad un semplice “cespuglio”. Durante un colloquio uno studente ha parlato del Mastro Don Gesualdo di Giovanni Verga come di un nobile dell’epoca e in un altro caso c’è stato anche chi, riferendosi a Luigi Pirandello, invece dell’Epifania dei suoi personaggi, vale a dire la presa di coscienza della loro condizione, ha parlato di Pasqua. Ma qualche strafalcione è arrivato anche dalla commissione d’esame. Una studentessa, che ha indicato la sede della Commissione Europea a Bruxelles, in Belgio, si è sentita correggere dal professore: «Ma no, è la capitale del Lussemburgo!».

Ultimo aggiornamento: 13:36 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci