"Se questo è un uomo", recita il post su Facebook, citando il capolavoro di Primo Levi. Sotto, la foto di Vladimir Luxuria.
È polemica su Facebook tra gli amministratori e i numerosi 'seguaci' della pagina 'Fotografie segnanti', e la ex parlamentare Vladimir Luxuria. Quest'ultima, infatti, critica aspramente il post in cui 'Fotografie segnanti' ha pubblicato la copertina di un suo libro, su cui c'è una foto di Luxuria, scrivendo: «'Se questo è un uomò di Primo Levi è ancora un'opera molto apprezzata dai lettori per la capacità di creare un forte transporto emotivo».
Poche ore dopo è arrivata la replica di Luxuria che in un commento al post, che poi ha condiviso sul proprio profilo Fb, ha scritto: «Scopro adesso la volgarità e le battute di chi scrive e di chi commenta questa pagina di Facebook 'Fotografie segnanti': non è solo un'offesa a me (ci sono abituata) ma è la presa in giro di un libro che parla di lager (dove ci finivano anche gli omosessuali). Sì, mi sento molto più uomo di questa pletora di gente che odia e che fa battute che definiscono molto di più chi le fa che chi le riceve».
Tra i numerosi commenti c'è chi invita Luxuria ad accettare la satira ma anche chi esorta gli autori di 'Fotografie segnanti' a chiedere scusa. «Per cosa - chiedono questi ultimi - per non aver mai citato la parola 'Olocausto' e aver semplicemente fatto un gioco di parole che avrebbe capito un bambino delle elementari?».
Ultimo aggiornamento: 14:44
© RIPRODUZIONE RISERVATA Un associazione infelice che ha ovviamente generato una bufera sul social, con la stessa ex parlamentare che è intervenuta sulla vicenda denunciando l'evidente offesa «non solo a me» ma anche a «un libro che parla di lager».
È polemica su Facebook tra gli amministratori e i numerosi 'seguaci' della pagina 'Fotografie segnanti', e la ex parlamentare Vladimir Luxuria. Quest'ultima, infatti, critica aspramente il post in cui 'Fotografie segnanti' ha pubblicato la copertina di un suo libro, su cui c'è una foto di Luxuria, scrivendo: «'Se questo è un uomò di Primo Levi è ancora un'opera molto apprezzata dai lettori per la capacità di creare un forte transporto emotivo».
Poche ore dopo è arrivata la replica di Luxuria che in un commento al post, che poi ha condiviso sul proprio profilo Fb, ha scritto: «Scopro adesso la volgarità e le battute di chi scrive e di chi commenta questa pagina di Facebook 'Fotografie segnanti': non è solo un'offesa a me (ci sono abituata) ma è la presa in giro di un libro che parla di lager (dove ci finivano anche gli omosessuali). Sì, mi sento molto più uomo di questa pletora di gente che odia e che fa battute che definiscono molto di più chi le fa che chi le riceve».
Tra i numerosi commenti c'è chi invita Luxuria ad accettare la satira ma anche chi esorta gli autori di 'Fotografie segnanti' a chiedere scusa. «Per cosa - chiedono questi ultimi - per non aver mai citato la parola 'Olocausto' e aver semplicemente fatto un gioco di parole che avrebbe capito un bambino delle elementari?».