Il predestinato. L'uomo copertina dello scorso weekend. Il nuovo idolo del pianeta Ferrari. Charles Leclerc ha appena vinto il Gp d'Italia a Monza. Sale su un taxi. Si siede sul sedile posteriore, fuori dalla vista del tassista al volante. L'uomo non lo riconosce e inizia a conversare, come avviene spesso. «Sei andato a vedere il gran premio?», chiede il tassista.
«Sì», risponde Leclerc, non svelando la sua idendità, divertito.
«Quel giovane è veramente forte», esclama l'autista.
«Mi fa piacere che dica questo», risponde il pilota.
Una conversazione surreale, un attimo di anonimato dopo la "sbronza" di gioia, entusiasmo e visibilità delle ore precedenti. Un aneddoto poi raccontato dallo stesso Leclerc al Tg1. «Alla fine del viaggio gli ho detto chi sono, io ero il giovane che giudicava molto forte. È stato divertente» ammette il trionfatore di Monza.
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«Io freddo? Non lo ero, di natura ero completamente il contrario - ha raccontato ancora il pilota monegasco - Anche se finivo secondo in una gara ero arrabbiatissimo, mi demoralizzavo troppo. Ho lavorato tantissimo su questo e ora sono molto più forte mentalmente». Il prossimo obiettivo è diventare campione del mondo? «Sì. Essere in Formula 1 era già un sogno, un altro era con la Ferrari, un altro era vincere, per di più a Monza. Ora essere campione del mondo è quello che voglio assolutamente».
Intanto ha imparato l'inno di Mameli: «Mi sono messo in macchina, tornando da Maranello, cantando l'inno italiano per impararlo in caso fosse arrivata la prima vittoria. Però poi con l'emozione non ce l'ho fatta a trovare tutte le parole, ma a Monza ci sono riuscito».