Latte, origini diverse per ogni Paese: mucca 85%, ma anche Yak e Alce

Martedì 1 Giugno 2021
Latte, origine diverse per ogni paese: mucca 85%, ma anche Yak e Alce

Il latte, un alimento essenziale nella quotidianità di molti, e in ogni paese cambia la sua origine.

Alla vigilia della 20esima Giornata mondiale del latte, promossa da Fao e Nazioni Unite, i dati Assolatte rilevano come l'85% del latte alimentare che viene comunemente consumato è di mucca, ma il restante 15% svela molteplici alternative, oltre a proposte sempre più in voga a base vegetale. Restando nel mondo zootecnico tradizionale in Italia, accanto alla produzione vaccina, troviamo quella caprina che ha un suo buon mercato, mentre quella ovina è riservata all'industria casearia.

Di nicchia, ma d'eccellenza, anche la produzione del latte d'asina. Buono, economico e sano, il latte è anche cultura. Assolatte fornisce una panoramica degli animali da latte ad uso alimentare nella nostra dieta. Il cammello produce dai 5 ai 20 litri di un latte simile, nel gusto, a quello vaccino, ma più denso e leggermente salato. Si produce in Somalia e Arabia Saudita. Poi il bufalo d'acqua, allevato in India e Pakistan.

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Mammifero dotato di lunghe corna appuntite, è un gran produttore di latte, che risulta più cremoso e bianco di quello vaccino. Sempre in questi due grandi Paesi asiatici, c'è l'eccellente latte di Sahiwal, una razza bovina pregiata originaria della regione indiana del Punjab. Risalendo le catene dell'Himalaya, si trova lo yak, o bue tibetano, produttore di un latte ricco di proteine e di grassi, da cui si ricava un burro molto apprezzato dalle popolazioni delle grandi altezze. Spostandosi in Scandinavia, si scoprire il latte di renna. Anche questo bel mammifero dalle ampie corna, fa un latte cremoso e dolce, ricchissimo di grassi. Peccato che ogni renna produca appena una decina di tazze di latte al giorno. Restando in zona, troviamo il latte di alce, prodotto e consumato in Svezia e Russia. Anche in questo caso, ci troviamo di fronte ad un prodotto più proteico e grasso rispetto a quello vaccino. Gli alci da allevamento ne producono da 1 a 6 litri al giorno, per questo il suo prezzo è davvero elevato. Tra i Paesi, in cui «l'oro bianco» è meno presente sulle tavole, molti sono africani (Laos, Burundi, Liberia, Mozambico, Ruanda, Costa d'Avorio, Sierra Leone).

Ma un apporto di nutrienti quale quello che può fornire una quota di latticini adeguata (2-3 porzioni al giorno), non è sostituibile da quasi nessun altro alimento, per questa ragione l'Africa sta promuovendo dal 2018 il progetto Africa Milk. Lo scopo è quello di implementare una produzione lattiero-casearia locale e sostenibile, di diffonderne capillarmente la distribuzione con controlli sulla qualità e la sicurezza dei prodotti, e di creare filiere di produzione inclusive, valorizzando il contributo di donne e giovani. Partner e promotori di Africa Milk sono diverse organizzazioni di Ricerca africane in coordinamento con Wur (Wageningen University e Research, con sede in Olanda) e Cirad (organismo francese per lo sviluppo agricolo nelle regioni tropicali del mondo), e i Paesi scelti per la realizzazione del progetto sono quattro: Senegal, Burkina Faso, Kenya e Madagascar.

Ultimo aggiornamento: 2 Giugno, 09:36 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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