Infarto, come prevederlo: lo studio sulla tac coronarica e sul prelievo di sangue

Venerdì 25 Giugno 2021
Infarto, come prevederlo? Lo studio sulla tac e sul prelievo di sangue

Per prevedere un infarto, un giorno potrebbero "bastare" una tac coronarica e un prelievo di sangue. Questo è l'obiettivo del progetto studio "Intestrat-Cad", per il quale il Centro cardiologico Monzino (Ccm) di Milano annuncia l'avvio della seconda fase. Il progetto punta a identificare marcatori-spia del rischio di attacco cardiaco acuto.

Finanziato dalla Fondazione regionale per la ricerca biomedica (Frrb), vede alleati l'Istituto clinico Humanitas di Rozzano (Milano), l'Ifom (Istituto Firc di oncologia molecolare) di Milano, l'università e il Policlinico San Matteo di Pavia, con il Monzino come centro coordinatore e reclutatore.

«Molti studi - ricordano dal Ccm - dimostrano che, statisticamente, un paziente su 5 in cui la Tac evidenzi la presenza di placche aterosclerotiche a uno stadio precoce di sviluppo, nel medio periodo va incontro a un evento cardiologico grave. Grazie a questo studio e ai nuovi strumenti individuati, sapremo chi sarà quell'uno che si ammalerà, che andrà protetto con programmi preventivi ad hoc, e chi saranno invece i 4 che resteranno sani e potranno evitare trattamenti non necessari. L'obiettivo di Intestrat-Cad è infatti identificare marcatori molecolari combinati a marcatori radiologici, che possano prevedere in anticipo, in assenza di sintomi, quale sarà la prima manifestazione clinica nel corso della vita di un soggetto con aterosclerosi coronarica: se presenterà cioè un evento acuto o una forma cronica stabile di cardiopatia».

«A questo fine - spiegano gli esperti - i dati di imaging cardiovascolare (Tac coronarica ad alta definizione) vengono associati a una serie di parametri che provengono dalle cosiddette scienze "omiche": genomica, epigenomica, trascrittomica. Lo studio ricercherà nel sangue di persone senza precedenti infarti o rivascolarizzazioni coronariche, ma per le quali la Tac abbia evidenziato una malattia aterosclerotica coronarica iniziale, uno o più biomarcatori da associare al quadro evidenziato dalla Tac. Grazie ai marcatori individuati, quindi, sarà possibile identificare i pazienti a maggior rischio con un semplice esame del sangue».

«L'idea originale della ricerca - riferisce Gualtiero Colombo, responsabile dell'Unità di Genomica funzionale e Immunologia del Monzino - parte dal presupposto dello studio "Epifania", avviato al Monzino 4 anni fa: non tutte le placche coronariche sono uguali e, soprattutto, non tutte conducono a un evento cardiovascolare. Ci siamo dunque posti l'obiettivo di classificare il diverso rischio di eventi coronarici dei pazienti con placche iniziali, in base a indicatori prognostici molecolari personalizzati».

Ora, con Intestrat-Cad «la partnership con alcune delle migliori eccellenze della Lombardia permette importanti evoluzioni rispetto a Epifania - evidenzia Colombo - Utilizzeremo l'intelligenza artificiale per generare modelli di predizione di rischio, studieremo nuovi aspetti molecolari della malattia, come l'assetto della risposta immunitaria/infiammatoria a livello cellulare. I dati preliminari di Epifania ci hanno confermato che possiamo classificare diversi tipi di placca.

Le forme di aterosclerosi possono dunque essere diverse dal punto di vista molecolare. Di conseguenza, potrebbero esistere parametri specifici per diversi sottotipi di malattia coronarica. Ora possiamo allargare i nostri orizzonti e le nostre ambizioni e trovare un maggior numero di questi parametri, per definire la predisposizione all' infarto a livello di singolo soggetto. Parte adesso la fase due del progetto: richiamare i pazienti per i quali c'è indicazione per eseguire una seconda Tac coronarica, in modo da valutare la progressione della malattia». «Abbiamo di recente dimostrato che con la Tac coronarica siamo già oggi in grado non soltanto di evidenziare e quantificare una stenosi coronarica, ma anche di studiarla in modo più approfondito - rimarca Daniele Andreini, responsabile dell'Unità operativa di Radiologia e Tac cardiovascolare del Monzino - Riusciamo infatti a ottenere indicazioni sulla possibile composizione della placca e a valutarne sia la volumetria sia determinate caratteristiche più raffinate, dalle quali è possibile ricavare una prospettiva del rischio a lungo termine di sviluppare un evento coronarico acuto. Integrando queste informazioni con i nuovi marcatori molecolari, avremo la possibilità concreta di applicare la medicina di precisione: interventi specifici solo per chi ne ha bisogno con certezza».

Ultimo aggiornamento: 26 Giugno, 09:36 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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