Ictus, scoperta la causa nel cervello che aggrava il danno: lo studio del San Raffaele

I ricercatori hanno studiato in laboratorio la diversa risposta infiammatoria che si genera dopo l'ischemia all'interno del tessuto cerebrale

Lunedì 15 Maggio 2023
Ictus, scoperta la causa nel cervello che aggrava il danno: lo studio del San Raffaele

A rendere più gravi le conseguenze dell'ictus ischemico nelle persone anziane potrebbe essere un meccanismo immunitario che coinvolge alcuni globuli bianchi immaturi. Lo hanno scoperto ricercatori dell'Irccs Ospedale San Raffele di Milano in uno studio condotto su modelli animali e pubblicato su Nature Immunology.

Diversi studi hanno osservato un peggiore esito in termini di disabilità e mortalità dell'ictus cerebrale in soggetti anziani. «Proprio come avviene nell'uomo, la disabilità nel topo dopo l'ischemia cerebrale aumenta con l'avanzare dell'età e si assiste ad una maggiore mortalità e difficoltà di recupero. Sapevamo anche che l'invecchiamento causa alterazioni del sistema immunitario», spiega il coordinatore dello studio Marco Bacigaluppi.

Ipertensione resistente, è boom di casi: ecco come curarla, la tecnica innovativa

La risposta infiammatoria

I ricercatori hanno studiato in laboratorio la diversa risposta infiammatoria che si genera dopo l'ischemia all'interno del tessuto cerebrale nei topi anziani e in quelli giovani scoprendo che in quelli anziani si verifica l'aumento di specifiche popolazioni di neutrofili immaturi. I neutrofili sono una particolare popolazione di cellule del sistema immunitario prodotta dal midollo osseo che, una volta giunti a maturazione, migrano nel sistema sanguigno per combattere gli agenti estranei. In caso di ictus ischemico, vengono richiamati nella sede del danno cerebrale.

La scoperta

I ricercatori hanno ora scoperto che negli anziani la maturazione dei neutrofili nel midollo osseo non viene completata; in caso di ictus, quindi, queste cellule immature tendono ad accumularsi nella sede del danno causando un peggioramento alla circolazione cerebrale e, di conseguenza, un aggravamento dell' ictus. Per il team, la scoperta di questa alterazione apre la strada allo sviluppo di nuove terapie per questa malattia.

La spiegazione

“Recentemente l’Ospedale San Raffaele ha lanciato un programma strategico pluriennale di ricerca biomedica all’interno del quale gioca un ruolo preminente l’ambito finalizzato a studiare l’invecchiamento. Combinando expertise di ricerca e di clinica ci proponiamo di comprendere in maggior dettaglio non solo i meccanismi legati l’invecchiamento ma anche come tali meccanismi possono favorire o addirittura determinare l’insorgere di tante gravi malattie tra cui le malattie cerebrovascolari e neurodegenerative. Questo risultato, è uno dei frutti concreti di questo programma perché, non solo partendo dall’osservazione sperimentale disegna le basi per sviluppare nuove e più efficaci strategie terapeutiche, ma anche perché ci fa intravedere una delle possibili strade da percorrere per garantire un avanzare degli anni in buona salute e liberi da malattie”, spiega il professor Gianvito Martino, direttore scientifico dell’IRCCS Ospedale San Raffaele.

Ultimo aggiornamento: 16 Maggio, 07:39 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci