Immaginate la scena: Davide, 9 anni, si presenta a scuola con quell’aria furbetta e il suo stratagemma nello zaino. Il giorno prima ha passato ore a giocare alla Playstation (mentre alla mamma aveva giurato di avere fatto tutta grammatica) e adesso è così convinto di averla fatta franca che gli scappa persino da ridere.
Al momento di controllare i compiti in classe, si presenta alla cattedra e consegna al maestro Giacomo un foglietto bianco stropicciato. C’è scritto così: «Ciao maestro, sono la mamma di Davide, non a fatto i compiti perché era tornato stanco e non appotuto fare i compiti».
Il maestro lo guarda, prova a dargli un’ultima possibilità: «L’ha scritta tua madre questa?». Luca annuisce e torna al suo posto. Fiero. Quando torna a casa, però, ecco la sorpresa: la mamma infuriata gli ha appena comunicato che è in punizione per una settimana. Ma come? E pensare che l’aveva pure riletta quella giustificazione e gli sembrava perfetta. Apre il diario e oltre alla nota trova un 2 rosso fuoco: che già la bravata è grave ma gli errori di ortografia nella giustificazione falsa, e per di più al maestro di italiano, anche no. Piccoli furbetti (ignoranti) crescono.
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