Fast casual, com'è green lo spuntino

Martedì 20 Aprile 2021 di Carlo Ottaviano
Fast casual, com'è green lo spuntino

C'è stata l'epoca dei ristoranti cinesi, poi del sushi giapponese, la stagione del tex-mex (da non confondere col latino-americano), della cucina fusion e via elencando le mode più o meno durature.

Tutto si evolve: al popolare cibo di strada è bastato definirsi street food per diventare più caro. Alla vigilia del quasi liberi tutti del 26 aprile, legittimo quindi chiedersi quale sarà la nuova tendenza, specialmente per chi - tornato in ufficio - avrà bisogno di uno spuntino veloce a pranzo.


Ma dove eravamo rimasti? Alcuni segnali erano già chiari prima della pandemia, come quello del fast casual. Per spiegare di che si tratta, Alessandro Galleni, amministratore delegato di Healthy Color, una delle aziende del settore, scherza in anticipo per l'abuso dell'inglese. «Il fast casual restaurant afferma - è una proposta che mette insieme la convenienza e l'informalità del fast food al comfort del fine dining. Si rivolge a un pubblico metropolitano che ha poco tempo a disposizione, ma non scende a compromessi. Non ama lo street food e men che meno il junk food».


POCHI METRI QUADRI
La novità sta attirando sia investitori finanziari che giovani imprenditori in franchising, grazie al fatto che nella maggior parte dei casi è possibile lavorare senza l'obbligo di canna fumaria e con locali ridotti in termini di metrature. Da Torino e Milano hanno presso il via i Macha Café, con piatti rigorosamente green e moltissime proposte giapponesi (per esempio, un piatto di tonno, avocado, edamame, masago, nori e sesamo costa 11 euro). Solo Crudo, startup della ristorazione vegana e crudista, da Roma è arrivato a Milano (12 euro un menù completo). «Il nostro leggiamo dal sito web ridondante di termini inglesi - è un approccio healthy a una dieta raw non integralista». Anche qui la formula magica è gentle cooking, cioè i trattamenti termici che preservano le proprietà vitali e nutrizionali di alimenti altrimenti non edibili crudi. Il format That's Vapore (piatti dai 5 ai 13 euro) per ora è solo a Milano ma dovrebbe crescere su larga scala. Il punto di forza è la cucina a vapore con zero grassi di cottura aggiunti.


L'ultimo brand appena arrivato a Roma (quartiere Prati, piatti da 4,90 a 11,90 euro) vede come soci tre personaggi famosissimi: il cantante Sfera Ebbasta, lo stilista Marcelo Burlon e il calciatore del Napoli Andrea Petagna. «L'identità di Healthy Color spiega l'ad della società che punta ad aprire sedi anche fuori Italia - è riconoscibile e ben delineata a partire dall'interior design a cura degli street artist Motorefisico fino alla scelta del menù: poke rivisitati con ingredienti e sapori non tradizionali, insalate, tartare, wrap, zuppe, pancake, gelati e altre specialità». «Più healthy di un fast food, più fast di un ristorante», conclude Galleni.


LE VARIANTI
Il poke è il piatto di origine hawaiana più alla moda del momento tra i millenniaL (o tra chi i sente tale). Il nome indica il taglio a cubetti con cui viene servito il pesce, in genere tonno e polpo, anche se è molto diffusa la versione con il salmone. Lo propone in tantissime varianti (quasi sempre sotto i 10 euro) la catena Pacifik Poke che con i tre nuovi locali aperti a Milano e Torino durante il lockdown ne ha adesso già otto e conta di inaugurarne altri 12 nel corso del 2021. Insomma, il fast casual diventa modus vivendi, anzi edendi, per dirla in latino.

Ultimo aggiornamento: 21 Aprile, 10:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci