Alimentazione, 5 diete consapevoli: «Le sorti della Terra si decidono a tavola»

Mercoledì 7 Aprile 2021 di Francesco Musolino
Alimentazione, 5 diete consapevoli: «Le sorti della Terra si decidono a tavola»

«Siamo sempre in attesa che qualcuno faccia qualcosa per salvare il pianeta Terra e invece, tocca a tutti noi.

Dobbiamo agire in fretta». La giornalista e divulgatrice scientifica Eliana Liotta, classe 1968, lancia l'allarme e domani tornerà in libreria con un nuovo saggio - Il cibo che ci salverà. La svolta ecologica a tavola per aiutare il pianeta e la salute ripartendo dall'importanza dei singoli gesti, dalla necessaria consapevolezza della nostra impronta di carbonio, guidati da una celebre massima del filosofo Ludwig Feuerbach: Siamo ciò che mangiamo.


Scritto con il contributo scientifico dello European Institute on Economics and the Environment e del Progetto EAT della Fondazione Gruppo San Donato, Liotta (già autrice di numerosi saggi, fra cui La Dieta Smartfood - Rizzoli, 2016 - e curatrice della collana Scienze per la vita per Sonzogno), presenta dati scientifici sulla distruzione degli ecosistemi e propone cinque diete alimentari consapevoli (mediterranea, carnivora climatica, pescetariana, vegetariana e vegana) chiedendo al lettore di prendersi cura della salute, propria e del mondo. In che modo? Virando con decisione verso una dieta con più frutta e verdura, poiché in tal modo miglioreremo anche le nostre difese immunitarie. «Con questo saggio punto l'attenzione su ciò che portiamo in tavola e tutto quello che gettiamo nella pattumiera. È giunto il momento della rivoluzione delle forchette all'insegna della consapevolezza».


Davvero si può salvare il pianeta partendo dalla tavola?
«Assolutamente, non è un mito ma una realtà scientifica ormai acclarata. Dal sistema alimentare dipende un terzo delle emissioni di gas serra che sono direttamente responsabili del riscaldamento globale. Per porre un freno ai cambiamenti climatici non basta limitare i consumi energetici, è necessario intervenire sulla produzione agricola e gli allevamenti intensivi».


Perché?
«Non tutti sanno che proprio gli allevamenti dei ruminanti sono responsabili di massive emissioni di metano, derivanti dai processi digestivi attivati da ceppi di batteri negli stomaci delle mucche, delle capre e delle pecore. Ebbene, il metano è ventuno volte più potente dell'anidride carbonica che si ottiene dalla combustione dei carburanti fossili. Tant'è che secondo le stime Fao, le emissioni del bestiame mondiale pesano tanto quanto tutti i mezzi di trasporto. È sconcertante».


Si dice sempre che le piccole scelte non siano efficaci. Possiamo permetterci di disinteressarci del destino della Terra?
«Ecco, sembriamo tutti in attesa che qualcuno i governi, le multinazionali o le industrie agiscano per contro nostro e invece, dobbiamo partire dalla consapevolezza di ciò che portiamo in tavola. Io la chiamo la rivoluzione delle forchette».


Di cosa si tratta?
«Una rivoluzione etica e consapevole, del resto il cibo che fa bene all'ambiente è lo stesso che fa bene anche al nostro corpo. Il primo passo è limitare il consumo di carne rossa virando con decisione verso una dieta con più frutta, verdura e legumi che aiuta l'ambiente e potenzia le nostre difese immunitarie, come ha ribadito più volte l'Organizzazione mondiale della Sanità».


Un consiglio da tenere a mente quando siamo al supermercato?
«È davvero importante limitare drasticamente tutti i cibi ultraprocessati perché sono carichi di grassi e abituano i ragazzi a un gusto totalmente artificiale, finto. Si riconoscono dalla lista spaventosa di ingredienti e sono assemblati con una lavorazione industriale che li priva di tutti i nutrienti. È il cosiddetto circuito della ricompensa, si annegano i problemi e la vita sorride ma a lungo andare si rivelano pericolosi».


La dieta mediterranea è stata fraintesa?
«Temo proprio di sì. Originariamente prevederebbe vegetali in abbondanza e modiche quantità di carne rossa e latticini, invece qualcuno la intende come un inno alla pasta dalla mattina alla sera».


Da mattina a sera il cibo è protagonista sul piccolo schermo. Un pericolo?
«In passato trionfava il racconto culinario come mero appagamento ma da qualche anno se ne parla soprattutto come la strada maestra per trovare l'equilibrio fra la salute e il pianeta. La regola è sempre il limite, il confine. Oggi più che mai un'educazione alimentare si rivela essenziale per la nostra sopravvivenza».

Ultimo aggiornamento: 8 Aprile, 10:04 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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