Forzati in casa dalle misure per il contenimento della pandemia e di conseguenza in molti casi “costretti” alla vita di coppia e a riscoprire la condivisione - non sempre facile - di spazi, tempi e necessità, ventiquattro ore su ventiquattro, o quasi. Il lockdown ha portato sotto iriflettori limiti e maschere di tante relazioni.E pure nuove abitudini di famiglia.
Il lockdown mette a rischio matrimonio e convivenze. «Richieste di separazione +60%»
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LA CONVIVENZA FORZATA
«La pandemia ha creato un’emergenza familiare - dice l’avvocato Gian Ettore Gassani, presidente Ami - le violenze sono aumentate in modo esponenziale, all’incirca del70%.Esulando da questi casi, in generale la convivenza forzata, ha spesso portato alla noia. Alcune coppie hanno sentito pure il peso di non avere uno spazio personale. Convivere,magari in quattro, in un appartamento di 70 metri quadri può essere molto complicato, specie con i figli che non vanno a scuola, le difficoltà economiche, il lavoro precario o la scoperta di un’infedeltà coniugale avvenuta trovando una chat con l’amante. Da qui il boom di separazioni. Non solo. Sono diecimila le coppie in attesa di giudizio provvisorio, costrette a convivere sotto lo stesso tetto». Al boomdiseparazionisi èaffiancato, nelmedesimoperiodo,quellodelle adozioni di cani e gatti. L’Ente Nazionale Protezione Animali, nel 2020, ha trovato casa a 8100 cani e 9500 gatti, con un rialzo di oltre il 15% rispetto al 2019. In alcune città, la crescita è stata perfino del 40%. A Monza e Perugia, lo scorso dicembre, i rifugi Enpa sono rimasti senza cani da adottare.
L’AFFIDO
«Il tema degli animali d’affezione viene spesso portato in tribunale con cause per l’affidamento di cani o gatti che per intensità sono pari a quelle per i figli -prosegueGassani, che ha appena pubblicato il libro “La guerra dei rossi. Racconti di famiglie e di violenze prima e durante ilCovid-19” (Diarkos) -Si trattadi benquattromilacause l’anno e vengono condotte con tanto di perizie su capacità di accudimento e spese di mantenimento, introducendo perfino il costo dello psicologo per il pet. Gli animali appartengono a tutti gli effetti alla struttura della famiglia. Sono consigliati nella pet therapy per contrastare tristezza, depressione e così via. Possono essere di grande aiuto». E conforto. «Dentro casa, i contrasti si accentuano - spiega Carla Rocchi, presidente Enpa - Vivere con un cane o un gatto permette di avere compagnia e affetto. Riequilibra lo stato d’animo. La pandemia ha interrotto la ritualità degli incontri, la socialità, ma abbiamo tutti un bisogno estremo di rapporti. Quello conglianimalièdepuratodaansie, specie da quelle per il Covid. Oggi, se incontriamo l’amore della nostra vita, appena uscito dalla metropolitana, comunque il pensiero della pandemia c’è: è inevitabile. Cane e gatto non sanno del coronavirus, non lo trasmettono, danno serenità». I pet in casa forse potrebbero fare perfino da “pacieri”. «Convivere con animali fa bene pure ai rapporti interpersonali - conclude Rocchi - In coppia o in famiglia poter uscire con un cane, specialmente in questo periodo, è un elemento di stabilizzazione». E, magari,può salvare la vita“a due”.