Dieta, rischio depressione: ecco quali sono le abitudini più pericolose. Dalla sveglia alle 6 al viso nel ghiaccio

Per capire di cosa si tratta, basta cercare #thatgirl su TikTok

Venerdì 2 Dicembre 2022 di Paolo Travisi
Dieta, rischio depressione: ecco quali sono le abitudini più pericolose. Dalla sveglia alle 6 al viso nel ghiaccio

Bisogna assolutamente stare bene. Non è solo l’auspicio che ognuno ha per sé ed i propri cari, ma è un mantra ossessivo, dettato da centinaia di influencer sulla piattaforma del momento: TikTok.

Dentro l’hashtag “That girl” c’è tutta la maniacale attenzione al benessere fisico e mentale. Una guida da 5 miliardi di visualizzazioni esplosa durante la pandemia, quando stare in casa era un obbligo e l’allenamento una necessità per mantenersi in forma.

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IL FENOMENO

Dal prendersi cura all’ossessione il passo può essere breve, soprattutto per quella generazione di nativi digitali, la Generazione Z, che ha trasformato una routine in un fenomeno tossico, se non per il corpo, certamente per la psiche. Per capire di cosa si tratta, basta cercare #thatgirl su TikTok e si aprirà un mondo in cui ogni video somiglia all’altro. Una bella ragazza che racconta di svegliarsi presto al mattino, tra le 6 e le 7 è l’orario perfetto, succo naturale alla frutta per colazione, yoga, aprire la tenda della finestra per far passare la luce del sole, viso immerso nell’acqua con cubetti di ghiaccio, ordinare stanza e letto, l’outfit che fa stare bene e poi spazio agli sponsor. Si perché poi l’obiettivo è sempre lo stesso: vendere. Questa “sindrome del benessere”, definizione di Carl Cederström, docente all’Università di Stoccolma, è figlia della spinta propulsiva nata da Internet che può trasformare la fisiologica ricerca del benessere in un’ideologia; in questo contesto, l’invito mosso alle ragazze è l’aspirazione ad un perfezionismo che può creare modelli di riferimento fuori dalla realtà, finendo in una deriva tossica. Secondo il report americano di Wgsn, sito che sviluppa sondaggi sulle prossime tendenze del consumo, il risultato di questa estrema attenzione al sé, è che il 46% degli intervistati afferma di essere stressato o ansioso per gran parte del tempo. Un boomerang. «Tutti i messaggi che ci arrivano dai social, non sono mai del tutto giusti o sbagliati, dipende sempre dalla percezione individuale, perché lo stimolo ad uno stile di vita sano, può essere positivo, ma d’altra parte c’è una deriva ad uno standard di un ideale irraggiungibile, che può esporre - soprattutto gli adolescenti - ad un senso di frustrazione ed inadeguatezza, che può renderli vulnerabili ad ansia e depressione» spiega Stefania Carnevale, psicologa dell’alimentazione dell’Ordine degli psicologi del Lazio. E c’è di più. Queste ragazze che si svegliano all’alba, bevono smoothies, detergono la pelle e poi vanno a lavorare, tutto compresso in una patina di perfezione estetica, mostrano un ideale: quello delle super donne. That girl invita ad un comportamento, un dover essere, una sorta di performance che non ci appartiene e fa perdere la propria individualità, all’interno della realtà preconfezionata dei social.

IL RAPPORTO

E i due anni di pandemia hanno contribuito all’affermarsi di questo pericoloso fenomeno, tanto che “Il rapporto sul benessere globale” ha evidenziato che l’isolamento da Covid ha portato il 60% della Generazione Z a focalizzarsi sulla propria salute. «Dobbiamo sempre mantenere un aspetto non giudicante verso noi stessi e non orientati alla migliore performance in ogni situazione» aggiunge Carnevale, secondo cui è opportuno, da parte dei genitori «mantenere una comunicazione aperta ed attenta ai bisogni dei ragazzi, allenarli al pensiero critico nei confronti dei social». Da non sottovalutare mai i segnali di turbamento. «Se si notano livelli di insicurezza, scarsa autostima, frustrazione verso attività esterne, disagio verso la propria immagine corporea o pensieri ricorrenti legati a quel fenomeno, allora è necessario fare attenzione o rivolgersi a specialisti, al fine di prevenire problemi più gravi come disturbi alimentari o depressione» aggiunge la psicologa. Chiaro è che per liberarsi da questa tossicità, non è necessario scollegarsi dai social, ma «non viverlo come un manuale su come dovremmo essere, ma uno stimolo per leggerci dentro e ritagliarlo sui nostri bisogni».

Ultimo aggiornamento: 4 Dicembre, 20:51 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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