«Il vaccino anti Covid è una responsabilità sociale», queste le parole di Silvana Di Giandomenico, ricercatrice italiana del «Weill Cornell Medicine», unità di ricerca biomedica della Cornell University di New York. Originaria di Termoli (Campobasso), Silvana Di Giandomenico ha intrapreso una brillante carriera negli Stati Uniti: già lo scorso giugno le sue ricerche sono state pubblicate sulla rivista scientifica dell'American society of Hematology «Blood».
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Il vaccino
La ricercatrice si è sottoposta al vaccino Pfizer in ospedale, e successivamente ha dichiarato: «È andato tutto bene: il vaccino è una responsabilità sociale, abbiamo un dovere morale e sociale di sottoporci al farmaco. Subito dopo la somministrazione ho avuto un leggerissimo dolore al braccio. Il protocollo prevede la permanenza di 15 minuti in una stanza adiacente a quella dove viene effettuato il vaccino. Subito dopo ho cominciato a lavorare. Non ho avuto nessun problema». Quando avviene la vaccinazione, dice Di Giandomenico, i pazienti vengono monitorati con un'app: «Ogni giorno informiamo l'ospedale su come ci sentiamo. C'è una app dove possiamo inserire tutte le informazioni sul post vaccino. Ieri ho lavorato, sono stata operativa, non ho avuto febbre. Dopo la prima dose ci sarà un richiamo a fine gennaio. Gli studi clinici effettuati sul vaccino sono molto seri altrimenti non sarebbe stato approvato dalle autorità sanitarie come l'Fda».
Chi è
Ex volontaria dell'associazione Rising Hope, un'associazione interreligiosa che fornisce istruzione ai detenuti di New York, Silvana Di Giandomenico è laureata in Biologia all'Università degli Studi di Milano. Tra il 2009 e il 2012 ha conseguito ben due dottorati di ricerca: uno presso l'Istituto Mario Negri di Milano, e uno alla Open University in Farmacia molecolare. Da sette anni è ricercatrice presso la Weill Cornell Medicine, l'unità di ricerca biomedica della Cornell University di New York.
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