Per le forme lievi di Covid e per evitare l'ospedalizzazione non emergono ancora terapie efficaci nel prevenire l'aggravamento.
«Siamo consapevoli che continueremo ad avere nuovi pazienti positivi sul territorio - spiega il dottor Giancarlo Landini, direttore del Dipartimento delle Specialistiche Mediche della stessa Asl -, quindi disporre di una terapia antinfiammatoria conosciuta e sicura, che blocchi la malattia verso stadi più avanzati, sarebbe l'ideale. La nostra Asl ha la capacità e i numeri per mettere in campo una simile iniziativa. Inoltre si rafforza la collaborazione ospedale-territorio che è la sfida del prossimo futuro per superare l'emergenza sanitaria». Per il dottor Fabrizio Cantini, direttore di Reumatologia dell'ospedale di Prato, «lo scopo è di cercare di impedire che la malattia evolva verso la forma più severa. Se la sperimentazione darà i frutti sperati, quali la riduzione di almeno del 10% dei casi con progressione verso la forma severa di malattia e di conseguenza la riduzione del numero dei ricoveri, ne deriveranno ovvi vantaggi per pazienti e strutture sanitarie».