Covid, riprese le diagnosi di malattie al cuore ma resta il gap

Martedì 28 Settembre 2021
Covid, riprese le diagnosi di malattie al cuore ma resta il gap

L'emergenza Covid ha messo a dura prova il comparto sanitario, creando disagi nella diagnosi e il trattamento anche delle altre patologie. In Italia le malattie cardiovascolari restano la prima causa di morte causando il 34,8% di tutti i decessi. Nonostante ciò, prevenzione e l'accesso alle cure rimangono disattesi e l'impatto del Covid-19 ha peggiorato la situazione.

Dopo la contrazione registrata durante il primo lockdown, c'è stato, infatti, un parziale recupero dei ritardi diagnostici a partire dalla seconda metà del 2020, ma rimane un gap nell'accesso alle visite specialistiche e una riduzione dell'aderenza terapeutica causata anche dalla difficoltà di mantenere un contatto tra medico e paziente. È quanto emerge da una ricerca realizzata da Sanofi con IQVIA e in collaborazione con la Fondazione Italiana per il Cuore, presentata in occasione della Giornata Mondiale del Cuore 2021.

Lo studio ha confrontato il periodo post-pandemia con il 2019. Ne emerge che a giugno 2021, le nuove diagnosi e i nuovi trattamenti dei pazienti con dislipidemia alto e ad alto rischio cardiovascolare hanno registrato rispettivamente +3% e +10% rispetto al periodo pre-pandemia, segno di una ripresa dell'attività degli ambulatori ma anche di una crescita dei nuovi casi. Rispetto al 2019 resta invece elevato il divario delle richieste di visite cardiologiche (prime visite -19%, visite di controllo -29%) e dell'aderenza alla terapia (da 53% a 48%).

Nell'area delle malattie ischemiche del cuore, nonostante la ripresa delle attività, l'accesso alle cure è ancora su livelli inferiori al periodo pre-pandemico (nuove diagnosi -5%, nuovi trattamenti -16%) e le richieste di visita cardiologica sono inferiori rispetto al 2019 (prime visite -23%, visite di controllo -30%). Anche l'aderenza al trattamento è passata dal 78% pre-pandemia al 70%. A fronte della difficoltà dei pazienti di accedere alle visite, per il 63% dei medici la sfida è trovare nuove forme di connessione col paziente. «L'accelerazione tecnologica può essere un'opportunità per ridisegnare i percorsi di cura e riportarvi al centro la relazione medico-paziente, attraverso l'integrazione della Medicina con l'innovazione digitale», afferma Katia Massaroni, General Medicines Medical Head di Sanofi. 

Ultimo aggiornamento: 29 Settembre, 11:15 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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