Coronavirus e turismo, la Sardegna propone di ripartire: «Di nuovo al mare in piena sicurezza»

Lunedì 6 Aprile 2020
Coronavirus e turismo, la Sardegna riparte: «Di nuovo al mare in piena sicurezza con nuove regole di accoglienza»
Di nuovo in vacanza in Sardegna, ma con i turisti al sicuro da eventuali contraccolpi del coronavirus. La pandemia porta l'industria turistica della Sardegna a ripensare la destinazione dell'isola e il modo di promuoverla.

Da Santa Teresa di Gallura parte la sfida per la fine della crisi. Spiagge, ristoranti, strutture ricettive, rapporto con le comunità ospitanti: il coronavirus ridisegna le regole dell'accoglienza e spinge per un turismo basato su natura, ambiente, salubrità, tempi lenti. Stefania Taras, assessora comunale del Turismo, propone il «Manifesto della Sardegna resiliente». 



«Il messaggio - spiega - sarà che in Sardegna sono possibili vacanze sicure e rigeneratrici». L'obiettivo, da cogliere al volo dopo tanti tentennamenti, è quello di «costruire un modello più attento e che valorizzi di più l'ambiente». Distanziamento in spiaggia e nei locali, riorganizzazione di strutture e servizi, sanificazione, il turismo trasformato in esperienza anziché trasformare la vita della comunità ospitante. «E la sanità che diventa una priorità», è il primo punto del Manifesto post-pandemia. «La fine del lockdown parte dalla Sardegna? Solo a patto di chiare garanzie, e intanto l'isola si ripensi e si promuova in modo nuovo», è l'appello dell'assessora ai 150 Comuni sardi censiti come turistici. «La nostra prima economia è il turismo ed è seriamente minacciata», afferma.



L'idea è «avere un progetto e fare massa critica nel confronto con Regione e governo, che dovranno varare misure straordinarie», dice l'assessora. I numeri sono da emergenza sociale. Per l'Osservatorio sui bilanci 2018 delle srl del Consiglio e della Fondazione Nazionale dei Commercialisti, nel 2020 in Sardegna il fatturato del settore avrà un crollo di 514milioni di euro: 325milioni le strutture ricettive e 188milioni la ristorazione. Il lockdown è stato un male necessario, ma il danno è enorme.


Dalla Costa Smeralda parte il messaggio carico di ottimismo di Franco Mulas, area manager di Marriott Costa Smeralda: in un'intervista rilasciata a La Nuova Sardegna annuncia che l'esclusiva destinazione per vacanze nel lusso è «pronta a ripartire da giugno». Nel sud Sardegna, invece, il dopo emergenza si chiama «Per», Progetto etico di rinascita che guarda al web, coinvolge Cagliari e Villasimius e propone le relazioni di vicinato, la solidarietà e l'etica del fare impresa in alternativa ai colossi del commercio online. La scienza frena. «E' esclusa la trasmissibilità del virus in ambiente marino, ma ogni previsione è prematura», avverte Stefano Vella, medico infettivologo, scienziato e componente del comitato tecnico-scientifico che supporta la Regione Sardegna.


«Per fare previsioni serve ancora qualche mese - ritiene - ad aprile e maggio si acquisiranno i dati per capire se davvero il virus se ne sta andando». Secondo Vella, «la scarsa densità abitativa ha aiutato la Sardegna», ma col distanziamento, le mascherine e altre precauzioni «bisognerà convivere ancora a lungo» e fare previsioni adesso «è azzardato». Tra l'altro, è il monito dello scienziato, col turismo «si rischia la reinfezione: prima abbattiamo il virus».

La situazione in Sardegna
In Sardegna i contagiati al Covid -19 sono 922 (+15), 123 le persone ricoverate, 26 in terapia intensiva, 670 in isolamento domiciliare.
Le persone guarite sono 56, 47 i decessi. I tamponi eseguiti sono 7.521. Sul territorio, la diffusione del virus vede ancora in crescita il dato dell'area di Sassari-Gallura, con 610 positivi (+159), quindi la Città metropolitana di Cagliari con 146 positivi, 74 nel Sud Sardegna, 65 a Nuoro, 27 a Oristano. L'aggiornamento è della Protezione Civile nazionale.
Ultimo aggiornamento: 7 Aprile, 12:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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