Milano, sold out ieri per il tour de Lo Stato Sociale: ma non è ancora ripartenza

Lunedì 14 Giugno 2021
Milano, sold out per il tour de Lo Stato Sociale: ma non è ancora ripartenza

È partiro ieri da Milano il tour (soldout) de Lo Stato Sociale, ma non è ancora ripartenza. «Ne siamo usciti migliori? Ne siamo usciti?» la voce fuoricampo di Fio apre con questa domanda il Recovery Tour dello Stato Sociale.

Prima tappa a Milano, la città dove la band bolognese aveva suonato per l'ultima volta dal vivo. Era il Capodanno 2020 con ventimila persone in piazza Duomo. È passato un anno e mezzo, il cui frutto sono cinque ep solisti poi confluiti nell'album 'Attentato alla musica italianà ma anche una serie di norme che permettono solo a un migliaio di persone (soldout nel primo giorno di vendita) di assistere al concerto nel Castello Sforzesco. «Non facciamo finta che questa sia una ripartenza vera, perché - sottolinea Lodo dal palco - la metà dei nostri tecnici non è qui» per colpa proprio di queste regole che andrebbero cambiate. Ma una cosa è sicura: la voglia di stare insieme».

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E infatti il Recovery tour (già soldout le tappe di Bologna e Codroipo) è stato pensato come «una riabilitazione dello stare insieme» (copyright Alby), per come si può. E allora per comunicare con la band in diretta arriva la nuova tecnologia 'Dillò, ovvero un numero WhatsApp a cui mandare messaggi che vengono letti negli intervalli fra un brano e l'altro. E poi la selezione (sempre via WhatsApp) di un chitarrista che salga sul palco a suonare in questo caso Eleonora che accompagna la band in 'Abbiamo vinto la guerrà. I brani (una quindicina in due ore di show) sono stati riarrangiati in versione »elettroacustica per non frustrare - racconta Alby - il pubblico che deve stare seduto« o almeno che dovrebbe anche se la fatica è tanta in alcuni brani. Niente da pogare ma tanto da cantare: brani cult come 'Mi sono rotto il cazzò o 'Sono così Indiè e 'Eri più bella come ipotesì e nuovi titolo da Sesso, droga e lavorare, a Combat Pop o Fucking Primavera con Lodo, Alby, Checco, Bebo e Carota che si alternano al microfono. Brani che raccontano »come stiamo noi e il pubblico e cosa sono stati questi dieci anni. «Non lo so che cosa sono adesso...non lo so perché paghi il biglietto» è il testo di L'unica cosa che non so farè mentre 'Il giorno dopò spiega che 'questa vita è una battuta. Ô una commedia tratta da una storia vera E chi l'avrebbe detto mai che dopo Cina e America Latina, avremmo visto insieme anche una quarantena?». Qualche momento di commozione, risate per sdrammatizzare. La poi la fine è con l'immancabile Una vita in vacanza ma in versione pandemica.

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La band avrebbe voluto suonarla fra i tanti (e soprattutto le tante) fans ma le normative non lo permettono. Quindi il modo per essere il più vicino possibile al pubblico è quella di sedersi al bordo del palco con le gambe a penzoloni e fare una versione acustica, con la gente che canta a squarciagola, anche stonando gloriosamente. Ma non importa, basta stare insieme, almeno per questa volta. Niente bis però, nonostante le richieste perché ormai è quasi mezzanotte e s'avvicina l'ora del coprifuoco 

Ultimo aggiornamento: 15 Giugno, 10:43 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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