L'Unione Europa si impegna a mobilitare mille miliardi di euro entro il 2030 sul fronte della sostenibilità accelerando nella lotta al cambiamento climatico. Ma il gettito di risorse non basta. Serve un passo avanti nelle politiche di investimento. Anche per questo l'esecutivo europeo annuncia una stretta sul greenwashing mente il commissario agli Affari Economici Paolo Gentiloni spiega che, accanto al Pil, al deficit e all'inflazione, nel monitoraggio statistico trimestrale dell'Eurostat comparirà un altro dato: le emissioni di Co2.
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A Bruxelles, nel primo summit annuale sugli investimenti sostenibili (in gran parte organizzato in videocollegamento), i vertici delle istituzioni europee fanno il punto sulla transizione ecologica con big della finanza, ministri dei Paesi membri competenti sul dossier e con l'inviato Usa John Kerry.
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«Vogliamo creare un rapporto di fiducia tra investitori e imprenditori», spiega la presidente della commissione. Parallelamente, l'Unione si impegna a nuove emissioni di Green Bond già nel mese di ottobre. «Nell'intera Europa necessitiamo di investimenti addizionali pari a 470 miliardi l'anno per raggiungere i nostri obiettivi climatici», avverte Gentiloni, sottolineando la necessità di non ripetere gli errori fatti negli successivi alla crisi finanziaria: quello di non guardare ad investimenti che puntino alla transizione climatica. Una transizione che costa ma non è la causa dell'aumento delle bollette, puntualizza il titolare del Mite Roberto Cingolani nel corso del festival dello Sviluppo sostenibile tenutosi a Roma.
Il fisico non esclude che al vertice di Glasgow si possa raggiungere un accordo sul mantenimento dell'aumento della temperatura media globale entro gli 1,5 gradi. Ma avverte: «Sulla finanza siamo assolutamente in ritardo. I Paesi avanzati avrebbero dovuto portare 100 miliardi di supporto ai Paesi vulnerabili». «L'impegno dell'Italia - ribadisce intervenendo al festival il ministro degli Esteri Luigi Di Maio - è per una ripresa sostenibile e digitale». Manca meno di un mese al Cop26 in Scozia. E il caldissimo dossier clima finisce anche al centro del G20 dei Parlamenti organizzato nella Capitale. «I Paesi del G20 sono responsabili per il 75% delle emissioni globali. Se non agiamo, la crisi climatica non svanirà - anzi, peggiorerà», è il monito che il premier Mario Draghi lancia al summit. Monito che, almeno a parole, vede tutti d'accordo. E la Speaker del Congresso americano, Nancy Pelosi, parlando a Palazzo Madama, scandisce il suo ringraziamento a Draghi per «la sua leadership sul Covid e sul clima».