Oltre 2 tonnellate di cibo sprecato ogni anno, ovvero l'equivalente di un Suv di grandi dimensioni: a tanto ammonta lo spreco di cibo di ogni persona che vive nei Paesi del G20.
E mentre 13 Paesi hanno presentato nuovi rigorosi obiettivi per l'azione per il clima, solo due - Indonesia e Canada - hanno obiettivi specifici per il settore agricolo nei loro piani nazionali ai sensi dell'accordo di Parigi. Sono queste alcune delle conclusioni che emergono dalla nuova edizione del Food Sustainability Index, l'indice mondiale che misura la sostenibilità dei sistemi alimentari attraverso i 'pilastrì dello spreco alimentare, dell'agricoltura sostenibile e delle sfide nutrizionali, creato da Fondazione Barilla e dall'Economist intelligence unit (Eiu). L'Index, infatti, nasce con l'obiettivo di diventare lo 'strumentò utile ad aiutare i potenti della Terra a trovare soluzioni concrete per rendere ancora più sostenibili i nostri sistemi alimentari, fornendo anche delle best practice concrete che possano essere di ispirazione per tutti i Paesi.
Un discorso analogo si può fare guardando all'agricoltura sostenibile: se da una parte il nostro Paese è tra i top performer quando si parla di lotta alla deforestazione, emergono ancora grandi disparità tra Nord e Sud. Basti pensare che il Sud ha più terreni agricoli biologici rispetto al Nord, dove però l'agroindustria è più sviluppata, con una maggiore prevalenza di pratiche sostenibili. In merito alle sfide nutrizionali, invece, l'Italia all'interno delle proprie linee guida include la sostenibilità come metrica di una dieta sana. Infine, nonostante tutti i provvedimenti già introdotti l'Italia è agli ultimi posti per quanto riguarda l'indicatore relativo al livello di esposizione e vulnerabilità agli eventi meteorologici estremi, a testimonianza che intervenire sui cambiamenti climatici sia un'urgenza da affrontare quanto prima e con la massima determinazione.