PARIGI - Souad, al secondo piano, non ha dubbi: «è cominciato tutto dopo la morte di Gilles», l'inquilino del piano di sopra.
Case infestate dai fantasmi
Un caso inedito negli annali delle costruzioni abitate da fantasmi, solitamente dimore in rovina, antichi manieri, castelli, ma mai un serpentone di case popolari. La vicenda potrebbe prestarsi a facili ironie, se a «sentire» le brutte presenze nei sei piani del lungo edificio non fossero quasi tutti gli inquilini. Nel maggio scorso in dieci hanno inviato una missiva ufficiale al servizio alloggi popolari del municipio di Fontenay chiedendo di avere in assegnazione altri alloggi perché in quelli non si può vivere: rumori di mobili, colpi alle porte, luci in case inoccupate, ombre nei lunghi corridoi o nella tromba dell'ascensore. Peggio ancora: molti inquilini del 100, come ormai chiamano il palazzone, hanno anche ricadute negative sulla salute psicofisica, malesseri, vomito, emicranie, fino alla più banale paura con collaterale insonnia. Alla fine i servizi sociali, l'ufficio case popolari e anche il sindaco centrista Laurent Vastel, sono stati costretti a prendere sul serio l'affare. Intanto è stato promesso a tutti gli inquilini che avranno la priorità nella nuova assegnazione delle case, visto che l'intero quartiere, a cominciare dal palazzone infestato, saranno parzialmente demoliti e totalmente rinnovati entro il 2030. Nell'attesa il sindaco ha preso una decisione estrema: chiedere l'intervento del prete e dell'imam del quartiere.
Intervento congiunto
Ai due religiosi è stato chiesto un intervento congiunto di esorcismo per cercare di rendere più vivibile il condominio, peraltro infestato anche da altri problemi relativi agli impianti elettrici, idraulici e generale cattiva manutenzione. Prete e imam hanno accettato la sfida e, ha fatto sapere il comune, interverranno non appena riusciranno a trovare un momento disponibile nelle loro rispettive agende. L'imam avrebbe anche già dato consigli personali ad alcuni condomini frequentatori della sua moschea. Philippe Charlier, un esperto consultato dal quotidiano Le Parisien che sui luoghi ha condotto diversi reportage, parla di «un'epidemia di credenze»: «non siamo di fronte a un fenomeno psichiatrico - ha detto - nessuna di queste persone è pazza. Penso che ci troviamo in un registro antropologico di amplificazione collettiva di una credenza». Gli inquilini del 100 non solo non si ritengono pazzi, ma hanno anche documentato con fotografie le luci che filtrano sotto le porte degli appartamenti disabitati o delle cantine. Ora nessuno dei residenti vuole più parlare: «abbiamo l'impressione che le cose siano peggiorate da quando si parla del nostro palazzo - ha detto una condomina che è però rimasta anonima - Forse tutta questa gente ha disturbato gli spiriti». Per l'assistente sociale che sta organizzando appuntamenti con tutti i residenti per trovare una soluzione a ognuno, i problemi che vengono fuori quando si discute a quattr'occhi non sono soltanto paranormali: quasi tutti evocano tra le ragioni che li porta a chiedere di traslocare, l'umidità e l'ascensore rotto ormai da mesi. Oltre ai fantasmi.