Risale almeno a 65mila anni fa l'arrivo dei primi esseri umani in Australia. A riscrivere la preistoria del continente sono oggi nuove ricerche su siti indigeni che si trovano sommersi dal mare. 65 mila anni fa, i livelli del mare erano più bassi e vaste aree allora emerse e popolate sono ora sommerse.
«Se si è interessati all'archeologia dell'Australia, ma si ignorano due milioni di chilometri quadrati che erano le coste e ora sono sott'acqua, si ha un quadro molto incompleto. Si resta limitati ai siti elevati e all'entroterra», scrive Benjamin. Il primo sito sottomarino è stato scoperto a Murujuga al largo della penisola di Dampier, all'estremità nord-ovest dell'Austrralia. Dei due studi appena pubblicati, uno espande l'analisi di Murujuga con evidenze raccolte da siti vicini, e l'altro guarda al potenziale di altri siti sommersi altrove, specie a nord. Il suo autore, McCarthy, scrive che il mare al largo del Territorio del Nord è tra i luoghi più interessanti da investigare, perché la costa era un tempo unita all'Asia e il Territorio stesso è dove sono state trovate le più antiche tracce di abitazione umana. «Il Golfo di Carpentaria era un tempo un lago di acqua dolce e quindi un'attraente fonte di cibo… Non abbiamo idea di come vivesse la popolazione indigena lungo la linea costiera, tra il tempo in cui l'uomo aveva raggiunto l'Australia fino a quando i livelli del mare si sono sollevati», scrive.
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