Allevamenti e colture, un impatto da 17 miliardi di tonnellate di CO2 l'anno

Martedì 14 Settembre 2021
Allevamenti e colture, un impatto da 17 miliardi di tonnellate di CO2

Ammonta a più di 17 miliardi di tonnellate di CO2 l'anno l'impatto della produzione alimentare di allevamenti e colture sull'ambiente. Il 29% deriva dalla produzione di alimenti di origine vegetale, mentre quasi il doppio (il 57%) è dovuto ai cibi di origine animale. A 'pesare' sul bilancio sono soprattutto gli allevamenti bovini e le coltivazioni di riso, con il Sud America e il Sudest asiatico in testa alle regioni che emettono più gas serra.

La stima è pubblicata sulla rivista Nature Food da un gruppo internazionale di esperti guidato dall'Università dell'Illinois a cui partecipa anche la divisione Statistica della FAO di Roma.

Lo studio è il primo a tener conto delle emissioni nette dei tre principali gas serra (anidride carbonica, metano e protossido di azoto) derivanti da tutti i settori delle filiere alimentari relative a 171 coltivazioni e 16 prodotti da allevamento. «Sebbene la CO2 sia molto importante, il metano generato dalle coltivazioni di riso e dagli animali e il protossido di azoto derivante dai fertilizzanti sono rispettivamente 34 e 298 volte più potenti nel trattenere calore in atmosfera», spiega il primo autore dello studio, Xiaoming Xu. I dati, raccolti in oltre 200 Paesi del mondo intorno al 2010, dimostrano che i sistemi alimentari sono responsabili del 35% delle emissioni legate alle attività umane. In particolare, il 29% è dovuto alla produzione di cibi di origine vegetale (19% CO2, 6% metano, 4% protossido di azoto), il 57% si deve agli alimenti di origine animale (32% CO2, 20% metano, 6% protossido di azoto), mentre gli altri prodotti a uso non alimentare, come il cotone e la gomma, contribuiscono alle emissioni per il 14%.

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Grazie a questi dati, i ricercatori sono riusciti a creare un database pubblico che consente di stimare l'impatto ambientale delle varie attività del settore alimentare nelle diverse aree del mondo. I risultati dimostrano per esempio che Cina, Brasile, Stati Uniti e India sono i Paesi 'maglia nerà per le emissioni associate alla produzione di alimenti di origine animale, mentre le emissioni relative ai cibi di origine vegetale sono maggiori in Cina, India e Indonesia. Considerando che la crescita della popolazione mondiale porterà ad aumentare le colture e gli allevamenti, così come l'uso di acqua, fertilizzanti e pesticidi, la lavorazione e il trasporto dei prodotti, i ricercatori auspicano che il database possa essere utilizzato per stimare al meglio le emissioni di gas serra legate alle diverse attività del settore alimentare: un modo per incoraggiare tutti - dai semplici cittadini fino ai decisori politici - ad adottare stili di vita e politiche che possano mitigare gli effetti dei gas serra, prima che il cambiamento climatico diventi irreversibile.

Ultimo aggiornamento: 15 Settembre, 10:42 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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