Si fa accreditare con bonifico 7.500 euro da una signora austriaca, ma era la classica truffa del forziere.
F. N. era arrivato a Latina circa tre anni fa e aveva vissuto nei primi tempi, insieme a una ventina di altri immigrati extracomunitari, in una casa famiglia sulla strada statale 148. Giunto a Latina, il Comune gli aveva rilasciato la carta di identità, con l'indirizzo di quella casa famiglia. Due anni fa la casa famiglia chiude e il nigeriano si sposta senza una fissa dimora tra Latina e Sezze. Ma sempre con quella carta di identità in tasca. È grazie a quel documento che sarebbe stato in grado di aprire il conto corrente a Milano. A fine 2021, poi, la truffa: una di quelle email in cui una persona afferma di avere ricevuto una grossa fortuna e di volerne condividere una parte; nella fattispecie, un forziere pieno di soldi
Una signora austriaca ci crede, e invia 7.500 euro per svolgere le pratiche, inclusa spedizione con corriere assicurato. Passano alcuni giorni e il corriere la avverte: il pacco è bloccato presso la dogana australiana e occorrono altri 30mila euro per sbloccare tutto. È allora che la signora si insospettisce e allerta le autorità austriache. Che, tramite il numero di conto corrente, tracciano il percorso. Il conto è a Milano, lì si è concretizzato il reato, e lì arriva la richiesta di rogatoria. La Polizia milanese, visto che il nigeriano risulta residente a Latina, subdelega la rogatoria al comando di Polizia locale di Latina che trova l'uomo. Lui si avvale della facoltà di non rispondere, gli atti sono ora stati inoltrati a Milano e da qui a Innsbruck, in attesa di ulteriori sviluppi, forse una richiesta di estradizione.
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