Trasfusione impossibile perché testimone di Geova, operato lo stesso al "Goretti" di Latina

Domenica 30 Settembre 2018 di Giovanni Del Giaccio
L'ospedale "Santa Maria Goretti" di Latina
Ha lasciato l'ospedale e tutto è andato per il verso giusto, per questo oggi i Testimoni di Geova hanno deciso di divulgare la storia. Sottolineando come all'ospedale Santa Maria Goretti sia stato eseguito un intervento senza sangue su un appartenente alla loro religione.

La storia risale alla fine di giugno, quando l'uomo di Aprilia, 63 anni, arriva al pronto soccorso con forti dolori all'addome e una grave anemia. Il ricovero è immediato. Visto che il livello di emoglobina è molto basso, i medici raccomandano una trasfusione. Lui, però, rifiuta per motivi religiosi e chiede di essere curato con strategie alternative, cosa che avviene prontamente. L'ematologo Francesco Equitani, primario del trasfusionale, fa somministrare una dose massiccia di eritropoietina e ferro. Nel frattempo la Tac evidenzia la necessità di un intervento al colon.

I valori di emoglobina restano bassi, siamo a 4,1, ma l'uomo viene portato in sala operatoria ugualmente e il dirigente della chirurgia Marco Sacchi, insieme all'anestesista Isabella Marcante, decidono di effettuare il delicato intervento nonostante le linee guida indichino in 8 il valore minimo di emoglobina.

«Per pregiudizio o trascuratezza, ancora oggi pur in realtà assistenziali evolute e qualificate appare eccessivo il rischio di considerare l'emotrasfusione come l'unica chance terapeutica per pazienti affetti da anemia acuta - dice Francesco Equitani - ci sono alternative significative, efficaci, maneggevoli ed economicamente sostenibili». I testimoni di Geova sottolineano come «i medici coinvolti nell'intervento si sono distinti per aver operato nel rispetto della volontà del paziente, in armonia con l'articolo 32 della Costituzione e con la recente legge 219/2017 sul biotestamento».
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