La sindaca Tintari si dimette: «Fango contro di me, voglio evitare dispiaceri per i miei familiari»

Venerdì 22 Luglio 2022 di Marco Cusumano e Mirko Macaro
La sindaca Tintari si dimette: «Fango contro di me, voglio evitare dispiaceri per i miei familiari»

TERRACINA
Ha deciso di rassegnare le dimissioni «con grandissimo rammarico» convinta che le accuse nei suoi confronti siano «palesemente errate, oltre che infondate».

La sindaca Roberta Tintari ha inviato ieri, 48 ore dopo il suo arresto, una pec al vicesindaco Patrizio Avelli e al segretario generale comunicando le dimissioni irrevocabili. Un atto inevitabile dopo il terremoto giudiziario che ha travolto il Comune con gravi accuse di corruzione. «Sento il dovere - scrive la Tintari - di tutelare i miei familiari da tutto il fango che si sta riversando anche su di loro, per l'inaudito ma comprensibile clamore di un arresto tanto eclatante quanto ingiusto». La Tintari avrà occasione di difendersi davanti al giudice Giorgia Castriota già lunedì quando è fissato l'interrogatorio di garanzia al tribunale di Latina. La donna, assistita dall'avvocato Dino Lucchetti, potrebbe comunque avvalersi della facoltà di non rispondere preferendo affidare al probabile ricorso al tribunale del Riesame la speranza di ottenere l'annullamento dell'ordinanza e la revoca degli arresti domiciliari.

PAROLE DURE
Nella lettera di dimissione la sindaca appare certa di ottenere un'assoluzione. «Malauguratamente quando verrò assolta non ci sarà altrettanto clamore della notizia - scrive Tintari - questo ce lo insegna la storia delle cronache giudiziarie. E allora la mia decisione di evitare nel breve ulteriori dispiaceri per i miei familiari, impedendo con le mie dimissioni che i soliti coraggiosi della tastiera possano alimentare l'insaziabile desiderio delle piazze forcaiole di veder punito colui che resta esposto alla pubblica gogna, prima ancora che il processo venga iniziato».
Parole pungenti e piene di rancore per quanto accaduto, sarà interessante vedere se le stesse parole saranno ripetute davanti al giudice, lunedì quando la Tintari avrà occasione di difendersi. Nello stesso giorno compariranno in tribunale anche Gianni Percoco e Corrado Costantino, finiti anche loro agli arresti domiciliari nell'ambito della stessa indagine insieme ad Alberto Leone e Giampiero La Rocca che saranno interrogati successivamente. Altre sette persone sono state colpite da un provvedimento di interdizione dai pubblici uffici. Gli indagati sono 49, tra loro il nome più importante è senz'altro quello dell'ex sindaco di Terracina e attuale eurodeputato di Fdi, Nicola Procaccini. Tanti gli episodi ricostruiti dalla Procura di Latina e descritti dettagliatamente nelle circa 700 pagine di ordinanza di custodia cautelare. L'ex vicesindaco Marcuzzi avrebbe chiesto voti per le elezioni comunali in cambio di informazioni relative all'affidamento diretto della spiaggia di viale Circe sulla riviera di ponente.
Il 25 settembre 2019 la Tintari, all'epoca sindaco facente funzioni (fu poi eletta nel 2020 dopo il ballottaggio), partecipò a una riunione di Giunta per affrontare il problema dell'abusivismo all'Arena del Molo. La Guardia Costiera aveva già effettuato le sue verifiche e la Tintari, secondo la ricostruzione dell'accusa, tentò di insabbiare tutto, facendo sparire le carte più a rischio, probabilmente con l'aiuto di qualcuno. Secondo il giudice Castriota la sindaca risulta «ottimamente inserita all'interno del sistema dì collusioni e interferenze tra imprenditoria e amministrazione comunale».

GLI APPALTI
Nelle carte dell'inchiesta molti passaggi dell'accusa riguardano i contributi concessi senza procedure regolari. Cifre variabili che nel caso del servizio di salvamento e assistenza sulle spiagge arrivavano a 80.000: l'appalto fu assegnato alla cooperativa Mare e Monti 2018 ma senza un regolare bando pubblico. Secondo gli investigatori la cooperativa era ampiamente sostenuta dagli indagati che si impegnavano con ogni energia per favorirla. L'intervento, sempre secondo l'accusa, fu sollecitato anche dall'europarlamentare Nicola Procaccini e alla fine la coop ottenne il contributo di 48.700 euro.
Sotto accusa anche i lavori successivi al grave tornado del 2018 che provocò un morto a Terracina, in questo caso si fa riferimento a un falso verbale relativo al ripristino avviato in una scuola materna in località La Fiora. E ancora, tra i favori della cricca, ci sono le concessioni relative alle darsene nel porto di Terracina, un bando che secondo l'accusa fu pilotato per consentire l'affidamento alla società Marina Yachting srl.

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